Bisogna essere obiettivi: talvolta le biografie redatte dagli storici di professione possono risultare un po' tediose; il ritratto di Mussolini costruito da Scurati, invece, sa essere avvincente e coinvolgente, proprio per la capacità dell'autore di miscelare in maniera perfetta l'abilità del romanziere con la documentazione quasi maniacale dello studioso di professione.
Mentre nel libro precedente M. Il figlio del secolo (Premio Strega 2019) veniva raccontata la violenza perpetrata dal fascismo ai fini della conquista il potere, in questo secondo volume lo scrittore si concentra, soprattutto, sulle capacità di governo del Duce e sui controversi rapporti con i personaggi che facevano parte del suo entourage.
Secondo capitolo, dicevo poc'anzi. Scurati ricostruisce con dovizia di particolari il periodo storico in cui ha luogo il consolidamento del Regime Fascista: un lasso di tempo che va dall’assassinio di Giacomo Matteotti alle celebrazioni del decennio della nascita del partito e in cui - per utilizzare le parole del più oltranzista dei gerarchi, Roberto Farinacci - il fascismo non è solo più un partito ma una religione.
Le innumerevoli violenze dei primi anni vengono superate e a poco a poco disconosciute, col Regime che comincia ad urlare al mondo intero il proprio inestinguibile desiderio di conquista, incamminandosi su una sorta di "terza via" tra capitalismo e comunismo.
L'autore indugia senza paure nella descrizione dell'uomo-Mussolini, facendo risaltare i suoi problemi di salute, la sua brama di dominio e l'energia profusa nel programma di fascistizzazione della società. Allo stesso tempo, disegna una notevole galleria di fatti e di personaggi che prendono vita con qualità e rigore; in particolare, riesce a descrivere in maniera convincente i rapporti intercorrenti tra Mussolini e i gerarchi a lui più vicini, rapporti che si sono spesso rivelati fonte di conflitto e di rivalità.
Qualcuno ha detto: buttate questo libro dalla finestra e leggete opere più serie sull'argomento, come quelle di Renzo De Felice. Non concordo assolutamente...
I saggi di De Felice sono in commercio da decine di anni e non mi pare che abbiano raggiunto un grosso pubblico al di fuori del cerchio degli studenti e dei professoroni. Scurati è riuscito, invece, a raccontare la Storia (con la S maiuscola, of course!) rendendola appetibile anche al più comune dei lettori, utilizzando lo "strumento-romanzo" come una sorta di grimaldello per penetrare la barriera che, molto spesso, veniva posta di fronte a determinati argomenti, ritenuti troppo lontani dal mondo della letteratura. Una scelta che ha portato ad ottimi risultati e che, a mio parere, merita di essere lodata senza "se" né "ma".
Ed ora non ci resta che attendere il prossimo lavoro dell'autore, con cui si concluderà il trittico sul Duce e sul Fascismo: è lecito aspettarsi grandi cose!
Consigliato a: coloro che amano la storia, raccontata con passione romanzesca ma anche con precisione documentale, e a chiunque nutra il desiderio di rispolverare uno dei periodi più drammatici della Storia Patria, col suo corollario di cambiamenti politici e sociali.
Voto: 7,5/10
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