Con La morte è il mio mestiere Connelly "resuscita" uno dei suoi personaggi più riusciti: il giornalista investigativo Jack McEvoy - già protagonista di Il poeta e L'uomo di paglia - che rappresenta una sorta di alter-ego dello scrittore statunitense. Per il reporter, costantemente a caccia di scoop, la cronaca nera è un vero e proprio stile di vita: nel corso della sua lunga carriera ha raccontato i crimini più cruenti, inseguito gli assassini più inafferrabili e in più di un'occasione si è ritrovato a tu per tu con la morte.
Cosa accadrà questa volta? Leggete e lo scoprirete!
Ritroviamo il nostro Jack nella veste di cronista per Fair Warning, un sito web di notizie a protezione dei consumatori. Quando una donna con cui aveva condiviso una notte di passione viene ritrovata senza vita, il nostro amico finisce improvvisamente nella cerchia dei sospettati.
McEvoy intraprenderà un'indagine del tutto personale, scoprendo che quel delitto è collegato ad altre morti sospette avvenute in tutto il Paese. Si renderà presto conto che c'è in giro uno stalker che perseguita le donne, selezionandole in base ai loro dati genetici.
Michael Connelly si conferma - neanche ce ne fosse bisogno - come un vero maestro del poliziesco procedurale, unico degno erede del grande Ed McBain. La sua abilità nel descrivere le dinamiche del crimine è difficilmente eguagliabile e pure i metodi di indagine che espone all'interno dei suoi romanzi sono realistici e verosimili.
Inoltre, l'autore di Philadelphia possiede l'invidiabile capacità di stare sempre al passo con l'attualità e il progresso tecnologico, che vengono rappresentati all'interno di una società improntata alla frenesia e all'isteria. In questo libro, in particolare, riesce a rappresentare in maniera encomiabile il declino del giornalismo e della carta stampata, l'ascesa inarrestabile delle fake news, lo sviluppo del movimento incel (conosciuto anche come celibato involontario) e i pericoli insiti nel traffico dei dati del DNA da parte di un'industria priva di freni o regolamenti governativi.
Questo romanzo ci restituisce un Connelly in forma smagliante, perfettamente in grado di far combaciare le convenzioni del thriller ai pericoli della vita reale. La scrittura è rapida, coinvolgente, secca come un colpo di fucile; la trama appassiona il lettore senza mostrare il minimo cedimento.
Forma e sostanza; critica sociale e ritmo inarrestabile; realismo e tensione. Che cosa volere di più da un libro poliziesco?
Consigliato a: coloro che amano i thriller con l'anima, capaci di unire la tensione della crime story all'analisi spietata dell'America di oggi, e a chiunque sia attratto dai polizieschi procedurali, basati su indagini realistiche e plausibili.
Voto: 8/10
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