domenica 1 novembre 2020

L'uomo della pianura, Paolo Roversi

 

L'uomo della pianura è la quarta avventura di Enrico Radeschi, lo scanzonato hacker/cronista di nera che scorrazza per Milano in sella al suo Giallone (una Vespa del 1974 riverniciata di un colore che non passa di certo inosservato). Questa volta il nostro eroe si troverà alle prese con un avversario temibile e spietato, considerato dalle forze dell'ordine come il nemico pubblico numero uno. Come andrà a finire? 

La storia si svolge fra Milano e la Bassa Padana, dove il criminale conosciuto come Hurricane si è rifugiato da qualche tempo. La sua vita è stata a dir poco intensa: appena ventenne ha sperimentato la durezza del carcere di San Vittore e, appena uscito di galera, è diventato uno dei personaggi di spicco della criminalità meneghina, impegnato in una sanguinosa lotta per la conquista del potere combattuta a colpi d'arma da fuoco. 
Affrontare un simile avversario sarà, per il nostro Radeschi, una delle sfide più impegnative della carriera; affiancato dal vicequestore Sebastiani e dall'assistente Diego Fuster, dovrà impegnarsi al massimo per portare in salvo la pelle!
 
I libri di Poalo Roversi scorrono che è un piacere: volano via leggiadri, a tempi di record, grazie alla scorrevolezza della scrittura - semplice, frizzante e mai greve - e all'ottima costruzione dei plot, sempre intriganti e avvincenti.
Questa volta, il libro si svolge su due piani paralleli - uno ambientato nella Milano degli anni di piombo e l'altro nella Bassa padana nell'Italia di oggi - che vengono raccontati attraverso una narrazione che opta sin da subito per una sorta di montaggio incrociato (cinematograficamente parlando). Mentre il "passato", che si sviluppa nel capoluogo meneghino, pare più vicino al noir il "presente" sembra invece abbracciare una cifra stilistica più vicina al giallo classico.
Rispetto ai romanzi precedenti, l'autore lavora maggiormente sulla psicologia dei personaggi e utilizza il meccanismo del thriller come strumento di denuncia nei confronti di un mondo carcerario che non sempre riesce ad assolvere a dovere la sua funzione primaria: la riabilitazione dell'individuo. 
Il racconto di Hurricane - che ripercorre in prima persona la sua lunga carriera criminale attraverso attraverso lo strumento del flashback - rappresenta un piccolo “Romanzo Criminale” in salsa milanese e pare fare quasi da apripista alla duologia che, un paio d'anni dopo, Roversi darà alla stampe (il primo volume, Milano criminale, è del 2011).


Consigliato a: coloro che amano i gialli/noir scorrevoli e pieni di ritmo ed a coloro che sanno apprezzare la scrittura rapida e coinvolgente dal taglio quasi cinematografico.


Voto: 7,5/10 





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