L’Africa è uno dei più grandi continenti del pianeta, con
una popolazione che supera abbondantemente il miliardo di persone. Nonostante
questo promettente presupposto, il numero degli scrittori che si sono dedicati
al genere giallo o thriller risulta piuttosto esiguo.
Non è difficile capire il perché…
I narratori africani che si sono cimentati in questo tipo di
letteratura sono stati pesantemente condizionati dal retroterra storico del
loro paese, in cui hanno avuto un’enorme rilevanza i conflitti e le dominazioni
straniere. Per lungo tempo, i grandi temi civili e sociali hanno fatto la parte
del leone, prevalendo su una serie di altri generi e contenuti considerati di
livello inferiore.
Nel corso degli ultimi anni la situazione sembra essere
cambiata: il desiderio di raccontare un’altra faccia del "continente nero" ha
fatto emergere una nuova generazione di autori, capaci di far conoscere al
mondo intero i loro thriller di successo. Affidandosi a plot ben costruiti, ad
indagini condotte con rara maestria e ad una suspense capace di reggere fino
all'ultima pagina, i crime writers africani hanno iniziato a fare man bassa di
premi alle più importanti rassegne letterarie.
In paesi in cui la criminalità ha sempre avuto un peso
rilevante, condizionando la società e le scelte politiche, raccontare la storia
recente attraverso trame poliziesche è risultato essere una scelta vincente: le
contraddizioni dell’Africa post-coloniale, il dilagare delle organizzazioni
criminali e le difficoltà del processo di modernizzazione forzata hanno
costituito lo sfondo ideale per l’ambientazione di storie in cui la componente
ansiogena del giallo/thriller arriva a fondersi alla perfezione con gli aspetti
etnici e tribali.
In questo articolo focalizzeremo l’attenzione su quelli che
sono considerati i maggiori esponenti della letteratura di genere africana:
dieci autori di rilevanza internazionale che, attraverso le loro storie, hanno
saputo raccontare un continente bellissimo e spietato.
Wilbur Smith (1933): Molti di voi, probabilmente,
storceranno il naso nel leggere il nome di questo scrittore in un articolo
dedicato alla letteratura gialla. Pur essendo universalmente conosciuto come il
Maestro dell’Avventura, nel corso della sua lunga carriera Smith si è anche
dedicato alla produzione di thriller: ricordiamo, in particolare, L’orma del
Califfo, un’opera piena di colpi di scena che presenta tutti gli stilemi del
genere. Considerato autore di culto, ha superato la ragguardevole cifra di 120
milioni di copie vendute (23 solo nel nostro paese). L’autorevole Times lo ha
definito come uno di quei punti di riferimento cui gli altri scrittori vengono
continuamente paragonati.
Driss Chraibi (1926-2007): Di origine marocchina, ha
scritto importanti opere sul colonialismo, il conflitto culturale ed i diritti
delle donne. Espatriato giovanissimo in Francia, nel 1991 diede alla luce il
primo romanzo dedicato all'Ispettore Alì (dal titolo omonimo) che è considerato
il poliziotto più famoso della letteratura poliziesca maghrebina. Si tratta di
un personaggio irriverente e spiritoso, amante del whisky scozzese e delle
donne ma anche devoto al Corano. L’importanza di questo scrittore sta,
soprattutto, nell'essere riuscito a stabilire un punto di contatto tra
l’Occidente ed il mondo Arabo, fra la nostra civiltà e quella islamica.
Yasmina Khadra (1955): Pseudonimo di Mohammed
Moulessehoul, ha prestato servizio nell’esercito algerino ed è stato diretto
testimone della sanguinosa guerra civile che devastò il paese. Autoesiliatosi
in Francia, ha esordito nel 1998 con Morituri (distribuito in Italia da e/o) ed
è riuscito a farsi conoscere a livello internazionale. Sarebbe però riduttivo
considerarlo semplicemente uno scrittore di romanzi polizieschi: Khadra ha
spesso utilizzato questo genere come pretesto al fine di penetrare i più
reconditi meandri della società algerina, sempre in precario equilibrio tra il
feroce fondamentalismo ed una classe politica altrettanto spietata. Nel 2016 è
stato ospite del Salone del Libro di Torino, dove ha presentato l’edizione
italiana di quello che probabilmente è il suo romanzo più riuscito: L’attentato
(pubblicato da Sellerio).
Alexander McCall Smith (1948): Zimbabwese di origini
scozzesi, oltre ad essere uno scrittore è un rinomato esperto di diritto
applicato alla medicina e alla bioetica, materia che lo ha portato a far parte
di importanti comitati internazionali. È conosciuto soprattutto per la serie di
racconti gialli che hanno come protagonista la detective Precious Ramotswe,
responsabile della No. 1 Ladies’ Detective Agency. Spesso paragonata a Miss
Marple o Jessica Fletcher, questa investigatrice – come le sue illustri
colleghe – ha l’aspetto di una gentile ed educata signora con uno spiccato
senso di giustizia e moralità. Dell’autore sono molto apprezzati la leggerezza
e la semplicità dello stile, che ripropongono le atmosfere dei gialli classici
inglesi.
Pepetela (1941): Artur Carlos Maurício Pestana dos Santos
è il vero nome di questo scrittore, di origine angolana, che è stato membro del
MPLA (Movimento Popolare di Liberazione dell’Angola) con cui ha combattuto la
guerra di indipendenza contro il Portogallo. Nel corso della sua lunga carriera
letteraria si è dedicato anche alla narrativa gialla, nonostante sia intesa in
una forma diversa dall'accezione classica a cui siamo abituati. Il protagonista
di alcuni dei suoi romanzi, Jaime Bunda (un quasi omonimo del più celebre degli
agenti segreti), è tutt’altro che eroico e ricco di charme: dotato di un
raziocinio strampalato, rappresenta una sorta di "James Bond sottosviluppato",
che si trova alle prese con problemi più grandi di lui.
Moussa Konaté (1951-2013): Originario del Mali, prima di
dedicarsi alla scrittura ha svolto per anni la professione di insegnante.
Fondatore di una casa editrice e Direttore dell’Associazione Viaggiatori
Straordinari Africa, è l’autore di una serie di romanzi gialli imperniati sulla
figura del Commissario Habib. Pur conservando la struttura del giallo classico,
questi racconti – tra cui ricordiamo L’assassinio di Banconi e L’onore di Kéita
– utilizzano l’impianto poliziesco per riflettere in maniera profonda e originale
sul destino del paese. Attraverso le vicende del suo protagonista, Konaté
sembra volerci suggerire che per combattere il crimine non è sufficiente la
polizia: prima di tutto è necessario un importante cambiamento sociale.
Deon Meyer (1958): Nel 2008 ha lasciato il lavoro di
consulente delle strategie BMW per dedicarsi completamente alla scrittura: la
scelta gli ha dato ampiamente ragione. Ritenuto il più grande autore di
thriller del Sudafrica, Meyer ha pubblicato romanzi di successo che sono stati
tradotti in tutto il mondo. Il protagonista dei suoi libri è l’ispettore Benny
Griessel, un poliziotto della Squadra Omicidi di Cape Town che, malgrado la
propensione all'alcool e alla nevrosi, è animato da un notevole senso etico nei
confronti del suo mestiere e del suo paese. Tra i titoli pubblicati in Italia,
vanno ricordati Safari di sangue, Tredici ore, Cobra ed Icaro.
Kwei Quartey (?): Nato in Ghana da madre afroamericana e
padre ghanese, dopo aver trascorso gran parte della sua gioventù in Africa si è
trasferito negli Stati Uniti, dove ha abbracciato la professione medica. Con
Omicidio nella foresta ha dato il via ad una serie basata sul personaggio
dell’ispettore Darko Dawson, un poliziotto che svolge le sue indagini in una
zona remota del Ghana. I romanzi di Quartey si concentrano sull'insanabile
conflitto tra la conoscenza medica scientifica e le credenze tradizionali dei
guaritori indigeni: un contrasto che, molto spesso, diventa lo strumento ideale
per la risoluzione dei crimini più misteriosi.
Roger Smith (1953): Regista e sceneggiatore sudafricano,
con il suo libro d’esordio Sangue misto ha ottenuto un notevole successo in
Europa e negli Stati Uniti. Si tratta un
noir adrenalinico, duro e violento, imperniato sulla figura di Jack Burn: un
uomo trasferitosi a Cape Town con la famiglia nella speranza di iniziare una
nuova vita. In quel territorio, però, non si è ancora rimarginata l’atavica
separazione tra la zona dei bianchi ricchi ed i quartieri-ghetto in cui la
popolazione di colore viveva segregata ai tempi dell’apartheid… il protagonista
sarà quindi costretto a ricorrere all'uso della forza per uscire da una
situazione difficile.
Sally Andrew (?): Prima di dedicarsi alla letteratura di
genere, l’autrice sudafricana ha pubblicato alcuni saggi di argomento
pedagogico e ambientalistico. Con il suo primo romanzo, Amori, crimini e una
torta al cioccolato (pubblicato in Italia da Guanda), ha dato il via ad una serie
che ha ottenuto un notevole riscontro in termini di pubblico e di critica,
riuscendo ad amalgamare alla perfezione la trama gialla – che ha come sfondo la
violenza sulle donne – con il sempre apprezzato tema della cucina. La
protagonista, Tannie Maria, è una donna di origine afrikaans, saggia ed
ironica, che sa essere allo stesso tempo un’abile cuoca ed un’investigatrice
provetta.
Anche questa volta siamo arrivati alla fine del nostro breve
viaggio.
Se dobbiamo trovare una costante all'interno della
letteratura giallo-thriller africana, non possiamo esimerci dal sottolineare il
punto di contatto tra l’indagine poliziesca e il retroterra politico-sociale
dei paesi in questione. Gran parte degli autori di cui abbiamo parlato utilizza
infatti il mistery come una sorta di grimaldello per penetrare le
contraddizioni di un continente che, all'alba del ventunesimo secolo, mostra
ancora delle situazioni di preoccupante precarietà.
Violenza, corruzione, conflitti sociali irrisolti compaiono
spesso all'interno delle opere degli autori citati. Queste problematiche non
sono semplicemente degli orpelli utilizzati per arricchire un plot originale ed
accattivante, ma diventano esse stesse la trave portante del romanzo, mettendo
al loro servizio l’indagine investigativa che diventa a poco a poco parte di
qualcosa di più ampio ed importante.
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