domenica 28 marzo 2021

2666, Roberto Bolaño


Da tempo non mi capitava di affrontare un libro come 2666. Quest'opera, che costituisce di fatto il testamento letterario di Roberto Bolaño, è così nuova, così originale e così coinvolgente da spingere chiunque a rimettere in discussione la propria personalissima concezione di letteratura
Ci troviamo al cospetto di un “romanzo mondo”, con una strada principale - che attraversa l'intera narrazione - da cui si dipartono una serie di stradine più piccole costellate da personaggi e scenari sempre diversi e in cui vengono affrontate tematiche talvolta apparentemente incompatibili: i fondamenti della critica letteraria, l'inasprirsi della violenza, l'insondabile mistero dell'esistenza.
Difficile dire se si tratti di un unico libro o di cinque romanzi distinti; va comunque sottolineato che le cinque "parti" (per usare il termine coniato dallo stesso autore) contengono al loro interno una miriade di fili pendenti che finiscono, talvolta, con l'intrecciarsi: e così abbiamo personaggi che si ritrovano, avvenimenti che si ricollegano, eventi che - almeno in parte - si chiariscono.
Credo che, francamente, sia impossibile fornire una sinossi completa dell'opera; proverò comunque a redigere un piccolo sunto delle cinque sezioni che compongono il testo.  

La parte dei critici: 
Quattro critici letterari (un francese, uno spagnolo, una inglese e un italiano) vanno alla ricerca del misterioso scrittore tedesco Benno von Arcimboldi, di cui sono grandi estimatori; il loro viaggio li condurrà in Messico, nella città di Santa Teresa.
La parte di Amalfitano: 
A Santa Teresa i critici entrano in contatto con il Professor Amalfitano: un uomo solitario e dal profilo dimesso, che è stato abbandonato dalla moglie e vive in uno stato di costante preoccupazione per la figlia Rosa.
La parte di Fate: 
Un giornalista di colore si reca a Santa Teresa per scrivere la cronaca di un incontro di boxe; dopo aver conosciuto Rosa Amalfitano fuggirà con lei da quei luoghi che, negli ultimi tempi, sono stati teatro di numerosi femminicidi.
La parte degli omicidi: 
Viene raccontata la tragedia dei femminicidi avvenuti a Santa Teresa. L'autore lascia aperte varie ipotesi, mettendo in evidenza la misoginia della società messicana e la crassa ignoranza della classe politica. La polizia finirà con l'arrestare un certo Klaus Haas, che verrà accusato dei sanguinosi delitti.
La parte di Arcimboldi: 
Viene narrata la vita di Benno von Arcimboldi, nome dietro cui si cela la figura di un ex-soldato tedesco che è anche lo zio del Klaus Haas (di cui si è detto sopra). Arcimboldi, a un certo punto, si recherà a Santa Teresa per fornire aiuto al nipote in carcere. 

Ecco, se dobbiamo cercare degli elementi comuni tra le varie vicende, siamo in grado di scoprirne almeno due: 
- la (falsa) biografia e le (altrettanto false) opere letterarie di uno scrittore teutonico che è stato testimone degli eventi che hanno sconvolto il continente europeo nella prima metà del ’900;
- il reiterarsi di omicidi di giovani donne che hanno luogo in una cittadina messicana ai confini degli Stati Uniti verso la fin degli anni Novanta. 

Bolaño esprime fino in fondo la sua visione apocalittica, costruendo un romanzo sul male assoluto che è, al tempo stesso, un durissimo atto di accusa contro la barbarie incipiente e l’inettitudine degli intellettuali.
La sua scrittura è inarrivabile: ipnotica e suadente, fluida e piena di ritmo, eccelle nella creazione della suspense e fa emergere una capacità affabulatoria (chi lo dice che sia un difetto?) capace di trascinare il lettore in un altrove ultraterreno; un luogo letterario in cui le forme sintattiche "lunghe" rimandano costantemente lo scioglimento del senso, rivelandosi solamente alla fine del frammento.
2666 è un romanzo ambizioso, sfrenato, pieno di sfaccettature: un'opera magistrale di uno scrittore giunto alla fine del suo percorso terreno ma ancora capace di lasciare il segno in un panorama letterario che, talvolta, si presenta anemico e abitudinario. Un autore a cui spetta di diritto un posto in prima fila tra i grandi narratori del Novecento.


Consigliato a: coloro che cercano un'opera indimenticabile, difficile da catalogare e da raccontare, ma che nelle sue vesti di romanzo-totale riesce nel difficile intento di conciliare l'inconciliabile. 


Voto: 9/10


    
 


Nessun commento:

Posta un commento