sabato 27 marzo 2021

Lontano da casa, Enrico Pandiani

 


Enrico Pandiani, già autore della fortunata dalla serie incentrata su Mordenti e Les Italiens, questa volta si dedica a uno scenario del tutto diverso: costruisce una storia che racconta l'emarginazione delle persone che si sentono "lontane da casa", ambientandola nella sua Torino (che però non viene mai nominata una sola volta!) e utilizzando la trama giallo/noir come un efficace grimaldello per scardinare la realtà che ci circonda. 
Partiamo, come sempre, da un rapido sunto della trama.    

La protagonista, Jasmina Nazeri, insegna l'italiano agli immigrati e cerca di aiutare le persone meno fortunate. Una sera, tornata a casa dal lavoro, riceve la visita delle forze dell'ordine: un ragazzo di colore è stato ucciso e probabilmente lei, che conosce quel quartiere come le sue tasche, è l'unica in grado di identificare la vittima. Jasmina, in quel corpo esanime e martoriato, riconosce immediatamente Taiwo, con cui tempo prima aveva intrattenuto una relazione.
In questo frangente farà la conoscenza di Pandora Magrelli, una poliziotta determinata e dall'indole reazionaria, che le chiederà di darle una mano nello svolgimento delle indagini. 
Jasmina e Pandora, due donne che si trovano agli opposti, faticheranno ad entrare in sintonia; poco per volta finiranno però per comprendersi fino a diventare necessarie l'una all’altra.

Sarebbe un errore madornale classificare questo romanzo come un semplice poliziesco. Il plot, infatti, costituisce uno strumento per raccontare la società italiana contemporanea: un mondo in cui il razzismo e il disprezzo nei confronti di chi è meno fortunato sono ormai all'ordine del giorno. Pandiani, coraggiosamente, affronta un tema scottante e di grande attualità: denuncia apertamente lo spregio con cui vengono trattati gli immigrati e la deriva estremista di una parte non trascurabile della popolazione.
La Torino in cui ambienta la storia non più quella piccolo-borghese ed elitaria di Fruttero e Lucentini; seguendo un percorso già iniziato qualche tempo fa da un altro scrittore torinese, Christian Frascella, volge il suo sguardo ad una periferia multietnica e multiculturale, in cui la strada dell'integrazione è ancora lunga da percorrere e dove hanno notevole importanza le "piccole realtà" che alcuni volenterosi riescono a mettere in piedi (parlo, ad esempio, del banco alimentare).
Strutturato su oltre quaranta capitoli raccontati in terza persona - trenta dei quali incentrati su Jasmina - il romanzo si legge rapidamente. Rispetto alla serie Les Italiens, la scrittura è meno rapida ma sicuramente più ricercata; l'approfondimento psicologico dei personaggi è efficace e aiuta il lettore ad immergersi fino in fondo in una vicenda in cui povertà, disillusione e malvagità costituiscono un baratro profondo da cui è difficilissimo uscire... anche se qualche barlume di speranza si comincia a intravedere, come una luce alla fine del tunnel. 


Consigliato a: coloro che amano la letteratura poliziesca non fine a se stessa ma capace, attraverso vicende realistiche e di sicuro impatto sociale, di raccontare alcuni aspetti del mondo in cui viviamo. 


Voto: 7,5/10


Gio 

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