Dopo qualche anno di riposo - in cui aveva dedicato le sue attenzioni a Harry Bosch - Michael Connelly ripropone l'Avvocato di Strada Mickey Haller, il fratellastro di Harry Bosch, in un legal thriller ambientato a Los Angeles; un dramma giudiziario dal ritmo serrato in cui il buon Haller si ritrova in un batter d'occhio dall'altro lato della barricata (viene infatti accusato di omicidio).
Una sera di ottobre Mickey Haller viene fermato dalla polizia per un controllo; all'interno del bagagliaio della sua Lincoln viene rinvenuto il corpo di un vecchio cliente con cui aveva delle pendenze economiche. Visto che non è in grado di versare l'esorbitante cauzione imposta da uno scorbutico giudice, l'avvocato viene spedito in carcere. Avendo scelto di difendersi da solo, dovrà elaborare strategie dalla sua cella di prigione. Coadiuvato dal fedele investigatore Cisco, dalla socia Jennifer Aronson e da Harry Bosch inizierà così la battaglia più dura della sua carriera: difendersi dall'accusa di omicidio!
Qual è la differenza tra innocente e non colpevole (termini che, nel linguaggio corrente, appaiono quasi sinonimi)? La legge dell'innocenza - sesto volume della serie - affronta questo interrogativo raccontando la frustrazione di un uomo che si ritrova dietro le sbarre pur sapendo di non aver commesso alcun reato. Solo un pugno di persone - il suo staff, l'ex moglie, la figlia e il celebre fratellastro Harry - credono alla sua innocenza. Ma l'impianto accusatorio è così forte e articolato che persino i suoi colleghi avvocati nutrono forti dubbi in proposito.
I romanzi di Connelly si distinguono per l'assoluta padronanza nel descrivere le complessità del sistema giudiziario e per l'inarrivabile capacità di seguire le procedure poliziesche. Anche questa volta il meccanismo della suspense funziona alla perfezione, sorretto da un cast di personaggi ben delineati, da una trama propulsiva e da una scrittura trascinante.
Forse, a voler cercare il pelo nell'uovo, i capitoli iniziali - quelli che seguono l'arresto di Haller - sono un po' troppo prolissi ed esplicativi e le scene ambientate in tribunale, talvolta, appaiono un poco ripetitive (anche se sappiamo benissimo che questo tran tran rappresenta la norma nei procedimenti legali).
Connelly, al di là di tutto, fa crescere pian piano la marea emotiva, coinvolgendo il lettore fino in fondo e arrivando a intrecciare la storia con le prime voci di un virus in diffusione proveniente dalla città cinese di Wuhan (nel corso della narrazione le persone iniziano a indossare maschere protettive). Che dire? Si tratta, probabilmente, di uno dei primi romanzi in cui il Covid 19 diventa parte integrante del racconto, influenzando la vita dei protagonisti.
Consigliato a: coloro che amano i romanzi polizieschi serrati, imperniati su personaggi credibili, e con un lato umano della vicenda molto ben sviluppato (un noto giornalista scrisse, qualche tempo fa: "Quelli di Connelly sono thriller con l'anima"... come dargli torto?)
Voto: 7,5/10
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