mercoledì 24 giugno 2020

Lo specchio delle nostre miserie, Pierre Lemaitre


Con Lo specchio delle nostre miserie si conclude la straordinaria trilogia inaugurata con Ci rivediamo lassù (Premio Goncourt 2013) e proseguita con I colori dell'incendio (2018). Anche stavolta Lemaitre si dimostra un Signor Autore: riesce nuovamente nell'intento di raccontare pagine importanti della storia francese - in questo caso lo scoppio del conflitto, l'inarrestabile avanzata tedesca e l'imminente catastrofe - descrivendo le vicende più drammatiche con un tono disincantato e non scevro da humour.  

Siamo a Parigi, nell'aprile del 1940. Louise - che avevamo già incontrato nel primo volume, quand'era ancora bambina - insegna in una scuola elementare a Parigi e per arrotondare lavora come cameriera a Montmartre, al ristorante del signor Jules. Lì si parla spesso di quella "strana guerra", divampata con l'invasione teutonica della Polonia, ma che sembra ancora troppo lontana per creare vere preoccupazioni nel popolo francese..
Nessuno ha previsto la rapida e pesantissima débâcle dell'esercito nei mesi di maggio/giugno. Louise, come migliaia di altre persone, si ritroverà improvvisamente in mezzo alla strada, costretta alla fuga all'interno di un paese in cui imperano morte e distruzione. 
L'esodo dalla capitale sarà per lei l'occasione adatta per fare i conti con se stessa e per gettare luce su alcune zone scure del proprio passato. 

A Lemaitre dev'essere attribuito un merito assoluto: quello di aver fatto rinascere il feuilleton, ovvero il romanzo d'appendice che andava per la maggiore nei primi decenni dell'Ottocento e che ha avuto in Dumas padre e in Hugo i suoi anfitrioni.
Meno "machiavellico" rispetto alle due opere precedenti, Lo specchio delle nostre miserie è articolato in maniera più classica, con uno scioglimento dei nodi narrativi abbastanza prevedibile, ma capace di allargare il campo di osservazione fino nei meandri più reconditi della società offrendo una visione d'insieme brulicante di dettagli.
Sono numerose le vicende che si mescolano tra loro, ma vengono infine riannodate da un personaggio molto particolare: un uomo dalle molteplici personalità, in grado di cambiare spesso identità, che si rivelerà il vero deus ex machina dell'intera narrazione.
Pierre Lemaitre occupa un posto speciale nel panorama editoriale francese; è uno scrittore in grado di attingere sia dal cerchio chiuso della letteratura classica che da quello dei "cantastorie". Con la sua scrittura limpida ed elegante costruisce una vicenda che non perde un colpo, in cui personaggi indimenticabili si stagliano su uno sfondo storico drammatico e funesto.


Consigliato: a tutti coloro che amano il romanzo storico, di solida impronta classica e capace di andare a braccetto con generi più leggeri come il racconto d'avventura o la commedia.  


Voto: 7,5/10 (ma l'intera trilogia merita un 8 pieno!)


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