Raramente mi è capitato di affrontare
una storia dall’atmosfera così cupa e claustrofobica come quella di Thérèse Raquin.
Credo che Zola, con questo romanzo, abbia cercato di fornire al pubblico dell’epoca
una sorta di “analisi sociale” del rimorso: ovvero quella crudele e dolorosa sensazione
che attanaglia le esistenze dei due protagonisti, conducendoli verso un destino
ineluttabile.
Thérèse Raquin rappresenta la
lucida esposizione di un delitto (quasi) perfetto. Due amanti travolti da una
cieca ed irrefrenabile passione - Thérèse e Laurent - diventano assassini per
sbarazzarsi del marito di lei, rimanendo però stritolati dalla loro stessa
macchinazione. Il trasporto carnale si trasformerà, a poco a poco, in paura ed
egoismo: i due amanti diabolici, pur rimanendo sostanzialmente legati, cominceranno
gradualmente ad allontanarsi maturando – ognuno per proprio conto - un vano
quanto impossibile disegno di salvezza.
La trama del libro è
piuttosto semplice: racconta la storia di un microcosmo pieno di tormenti ed insoddisfazioni,
da cui i due protagonisti cercano di fuggire attraverso un’azione delittuosa.
Thérèse e l’amante sono, alla fine dei conti, due personaggi da tragedia greca
di cui Zola riesce a descrivere in maniera inarrivabile ogni singolo sentimento.
Costruendo una tensione palpabile
e angosciante, che dal momento del delitto in avanti si sviluppa in maniera
esponenziale, l’autore francese racconta l’insostenibile pesantezza di un
crimine, scendendo nei più intimi recessi della follia di Thérèse e Laurent.
Alla stregua di un entomologo che esamina da vicino le sue cavie di laboratorio,
Zola va alla ricerca della verità nuda e cruda, compiendo un'indagine che è
allo stesso sociologica e psicologica. Ne scaturisce un romanzo dallo stile
essenziale, quasi clinico, in cui la storia è determinata dal susseguirsi di una
serie di avvenimenti, tra loro incatenati in una logica di causa ed effetto.
Non sempre equilibrato tra
le sue due parti – quella ante e quella post delitto – Thérèse Raquin
rappresenta un classico del naturalismo francese; un libro in cui una vicenda piuttosto
comune si sviluppa verso esiti imprevedibili assumendo, col passare delle pagine,
delle venature da vero e proprio racconto horror.
Consigliato
a:
coloro che vogliono riscoprire un classico della letteratura francese ed a
chiunque ami le storie di “delitto e castigo” raccontate con precisione antropologica.
Voto:
7/10
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