lunedì 29 aprile 2019

La schiuma dei giorni, Boris Vian





Premetto che, prima di leggere questo libro, conoscevo Boris Vian solo come cantautore (in particolare per il brano Il disertore, la cui versione italiana è di Ivano Fossati). La lettura di La schiuma di giorni è stata quanto mai illuminante, perché mi ha fatto scoprire un narratore dotato di un’originalità stilistica più unica che rara, che fa leva su una prosa surreale in cui l’inventiva ed i giochi di parole hanno un ruolo di primo piano.

Colin è un giovane libertino che trascorre il suo tempo dedicandosi a strumenti musicali di sua invenzione ed a girovagare con l’amico Chick, un ingegnere che sperpera tutto il suo denaro per collezionare le opere di Jean-Sol Partre.
Un bel giorno, nella vita del ragazzo, fa capolino l’amore: quel sentimento incontenibile ed esplosivo destinato a sconvolgere la vita di chiunque ne rimanga preda. L'incontro con Chloé è un vero e proprio colpo di fulmine, tanto che i due innamorati decidono di convolare a giuste nozze in un battibaleno. Al ritorno dalla luna di miele, però, la giovane moglie si ammala improvvisamente: nei suoi polmoni si annida una ninfea in costante espansione, capace di inibire il respiro. Il tempo scorre via sempre più rapidamente, come una lepre impazzita, mentre la casa dove Colin e Chloé vivono, inizialmente di enormi dimensioni, comincia a restringersi sempre di più.

Che dire di Boris Vian? Dopo questo primo approccio, sono evidenti i punti di contatto con un predecessore/contemporaneo come Raymond Queneau (Zazie nel metro) ma anche con un autore arrivato parecchi anni dopo come Daniel Pennac (il ciclo di Malaussène, in particolare). Uscendo dal campo prettamente letterario, non sarebbe sbagliato un accostamento con il genio di Salvador Dalì o l'immaginario di Luis Buñuel.
Al di là di ogni paragone è encomiabile, in Vian, la capacità di affidarsi ad un racconto che è leggero solo in apparenza. La storia narrata, infatti, abbandona ben presto ogni sembianza di levità per giungere a scavare solchi profondi nel cuore e nella mente del lettore.
Nonostante qualche momento di stallo, che rischia di creare un po’ di confusione, Vian è riuscito nell'intento di scrivere un libro sull'amore, sulla sua magia e su come esso possa trasformare di punto in bianco l’esistenza di una persona. Con il suo estremo surrealismo, il suo macabro cinismo e la sua debordante allegria, l’autore ha regalato ai lettori di ieri e di oggi la sorprendente illustrazione di mondi ed esistenze affascinanti proprio perché, in fondo, risultano del tutto irrealizzabili.

N.B. 
Va evidenziata, infine, l’accuratezza dell’edizione Marcos y Marcos, impreziosita da un’imperdibile prefazione di Ivano Fossati e da un'interessante intervista a Daniel Pennac.


Consigliato a: coloro che vogliono fare la conoscenza di un autore originale, capace di prodigiose invenzioni linguistiche, ed a chiunque ami le vicende surreali raccontate con fantasia, cinismo ed allegria.


Voto: 7/10



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