Premetto
che, fino a qualche tempo fa, non conoscevo Valerio Aiolli. La curiosità per la
candidatura al Premio Strega (Nero
ananas è tra i dodici finalisti!), però, ha costituito un’attrattiva irresistibile
e mi ha spinto a leggere questo romanzo che si è rivelato una delle più belle
sorprese di questo scorcio di 2019.
Questo
libro rappresenta, prima di ogni altra cosa, una sorta di viaggio all'indietro nel
tempo; un’escursione in un passato neanche troppo lontano: quello degli “anni
di piombo”, che furono senza ombra di dubbio uno dei momenti più incandescenti
della storia del nostro paese. Quattro anni – ricompresi tra il 1969 e il 1973 –
che ridisegnarono in maniera indelebile il futuro di una nazione come l’Italia,
vittima di un’estremizzazione della dialettica politica che si trasformò in
violenza e terrorismo.
Piazza
Fontana fu l’evento che cambiò ineluttabilmente le sorti italiane, chiudendo
per sempre “l'età dell'innocenza” (parafrasando Edith Warton) e dando il via alla
cosiddetta strategia della tensione, che avrebbe logorato il paese negli anni a
venire.
Aiolli
miscela abilmente la storia ufficiale – che si svela dietro le figure di un
anarchico errabondo, di un politico soprannominato il Pio e di un nugolo di
personaggi appartenenti all'estrema destra (il Dottore, Falstaff, Zio Otto e il
Samurai) - con la storia più intima e privata, incarnata nella figura di un ragazzino che in quella tragica giornata di dicembre vide sparire sua sorella e che negli
anni a venire farà di tutto per ritrovarla.
Con
una scrittura fluida e pulita l’autore toscano costruisce un intreccio
avvincente, evitando gli usuali cliché dentro cui, talvolta, si sono impantanate
le innumerevoli docu-fiction sull'argomento.
Ne
scaturisce un romanzo di solido impianto storico in cui le piccole esistenze
quotidiane – in particolare quella del giovane protagonista - vengono travolte
da eventi più grandi di loro: trame oscure, servizi deviati e bombe letali.
A
metà strada tra il resoconto storico/fattuale e il romanzo di formazione, Nero ananas è il duro ritratto di una
nazione sull'orlo del baratro: un’Italia allo sbando, che nessuno è più in grado
di capire e che scivola pian piano nella barbarie del sangue e degli attentati.
Una
lettura utile ed interessante sia per chi è appassionato di letteratura
inerente al tema, sia per chi ama le storie minimaliste – come quella del
ragazzo e della sua famiglia – che si inseriscono in un contesto più ampio e
sfaccettato.
Consigliato a: chi
cerca un libro originale e ben scritto, capace di fondere l’inventiva del
romanzo con la storia ufficiale, ed a chiunque voglia farsi un’idea delle nuove
tendenze della letteratura di casa nostra (la candidatura allo Strega, in questo caso, è emblematica).
Voto:
7,5/10
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