lunedì 15 aprile 2019

I tempi nuovi, Alessandro Robecchi



Formula vincente non si cambia!
E così anche in quest’ultimo romanzo Alessandro Robecchi prosegue lungo l’itinerario che, fino ad oggi, gli ha garantito ampia attenzione da parte di critica e pubblico: diverse vicende, in apparenza inconciliabili, confluiscono a poco a poco lungo un'unica direttrice e, dopo un riuscito mix di indagine e commedia, accompagnano il lettore verso il finale a sorpresa.
Come sempre la vera co-protagonista del libro è Milano: una metropoli che non è più l’entità nera e nebbiosa descritta da Scerbanenco e neppure la “Milano da bere” degli anni ottanta, ma una città intossicata dai Tempi Nuovi a cui tutti, volente o nolente, finiscono per adeguarsi.

Filippo Maria è uno studente modello, almeno in apparenza. Quando il suo corpo viene rinvenuto in un contesto piuttosto ambiguo - calzoni calati, mani legate al volante, foro di proiettile conficcato nella tempia – i solerti sovrintendenti di polizia Carella e Ghezzi non sanno più dove sbattere la testa (specialmente dopo aver scoperto duemila euro occultati tra i libri nella stanza del giovane).
Nel frattempo Oscar Falcone, che ha appena aperto la sua agenzia investigativa, si trova alle prese col primo caso: Gloria Grechi, fascinosa trentenne, è alla ricerca del marito Alberto, scomparso nel nulla… e lo stesso Carlo Monterossi (non l’avevo ancora nominato, ve ne siete accorti?) non pare restare immune di fronte allo charme e all’eleganza della donna.
L’indagine sull’omicidio del ragazzo condotta dalla polizia e la ricerca dell’uomo da parte di Falcone e Monterossi si incroceranno lungo le periferie milanesi, in una storia dove sarà assai complicato distinguere tra buoni e cattivi, visto che tutti – chi più chi meno – mostreranno comportamenti ambigui e sfuggenti.

La Milano delle scommesse e del gioco d’azzardo, della droga e del racket, della finanza e della corruzione è il palcoscenico ideale per l’ambientazione di questo noir sottile e moderno, in cui il Dio Danaro (una citazione che utilizzo per ricordare un altro celebre autore meneghino, il compianto Renato Olivieri) detta regole, comportamenti e stili di vita, facendo alla fin fine la parte del leone.
Nonostante la trama appaia un pochino smagliata e meno convincente del solito, Robecchi è pur sempre un autore che sa il fatto suo. Al di là di tutto, I tempi nuovi rappresenta una lettura avvincente e divertente, piena di adrenalina e di dialoghi scoppiettanti, che spinge chiunque ad interrogarsi sul limite che separa il giusto dal non giusto, il lecito dal criminale.


Consigliato a: coloro che amano il noir metropolitano condito da una giusta dose di ironia ed a chiunque voglia fare la conoscenza di un autore che, al momento, rappresenta l’unico vero erede spirituale dei vati Scerbanenco ed Olivieri.


Voto: 7/10



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