Formula
vincente non si cambia!
E
così anche in quest’ultimo romanzo Alessandro Robecchi prosegue lungo l’itinerario
che, fino ad oggi, gli ha garantito ampia attenzione da parte di critica e
pubblico: diverse vicende, in apparenza inconciliabili, confluiscono a poco a
poco lungo un'unica direttrice e, dopo un riuscito mix di indagine e commedia,
accompagnano il lettore verso il finale a sorpresa.
Come
sempre la vera co-protagonista del libro è Milano: una metropoli che non è più l’entità
nera e nebbiosa descritta da Scerbanenco e neppure la “Milano da bere” degli
anni ottanta, ma una città intossicata dai Tempi Nuovi a cui tutti, volente o
nolente, finiscono per adeguarsi.
Filippo
Maria è uno studente modello, almeno in apparenza. Quando il suo corpo viene
rinvenuto in un contesto piuttosto ambiguo - calzoni calati, mani legate al volante, foro
di proiettile conficcato nella tempia – i solerti sovrintendenti di polizia
Carella e Ghezzi non sanno più dove sbattere la testa (specialmente dopo aver
scoperto duemila euro occultati tra i libri nella stanza del giovane).
Nel
frattempo Oscar Falcone, che ha appena aperto la sua agenzia investigativa, si
trova alle prese col primo caso: Gloria Grechi, fascinosa trentenne, è alla
ricerca del marito Alberto, scomparso nel nulla… e lo stesso Carlo Monterossi (non
l’avevo ancora nominato, ve ne siete accorti?) non pare restare immune di
fronte allo charme e all’eleganza della donna.
L’indagine
sull’omicidio del ragazzo condotta dalla polizia e la ricerca dell’uomo da
parte di Falcone e Monterossi si incroceranno lungo le periferie milanesi, in
una storia dove sarà assai complicato distinguere tra buoni e cattivi, visto
che tutti – chi più chi meno – mostreranno comportamenti ambigui e sfuggenti.
La
Milano delle scommesse e del gioco d’azzardo, della droga e del racket, della finanza
e della corruzione è il palcoscenico ideale per l’ambientazione di questo noir
sottile e moderno, in cui il Dio Danaro (una citazione che utilizzo per
ricordare un altro celebre autore meneghino, il compianto Renato Olivieri) detta
regole, comportamenti e stili di vita, facendo alla fin fine la parte del leone.
Nonostante
la trama appaia un pochino smagliata e meno convincente del solito, Robecchi è pur
sempre un autore che sa il fatto suo. Al di là di tutto, I tempi nuovi rappresenta una lettura avvincente e divertente, piena
di adrenalina e di dialoghi scoppiettanti, che spinge chiunque ad interrogarsi
sul limite che separa il giusto dal non giusto, il lecito dal criminale.
Consigliato a: coloro
che amano il noir metropolitano condito da una giusta dose di ironia ed a
chiunque voglia fare la conoscenza di un autore che, al momento, rappresenta l’unico
vero erede spirituale dei vati Scerbanenco ed Olivieri.
Voto:
7/10
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