giovedì 4 aprile 2019

Doppia verità, Michael Connelly





Il ventesimo romanzo di Connelly con Bosch protagonista – scritto a 27 anni di distanza dal volume di esordio, La memoria del topo – non delude di certo le aspettative. Anche stavolta l’autore statunitense centra in pieno il bersaglio, regalandoci un libro che convince sia per la struttura narrativa che per il ritmo sostenuto, inserendosi in una produzione sempre di altissimo livello.

Stavolta ritroviamo Harry Bosch impegnato ad occuparsi dei cosiddetti "cold cases" per la polizia di San Fernando: una piccola municipalità nell'area di Los Angeles. Tanto tempo è passato ed il nostro detective è invecchiato; risolvere casi lungodegenti pare quindi la cosa più adatta a lui in quel particolare frangente della sua vita. Quando due farmacisti - padre e figlio - vengono assassinati con dei colpi a bruciapelo Bosch, insieme alla detective Bella Lourdes, si ritrova ad indagare su un caso che di "freddo" ha davvero poco.
Nel frattempo Preston Borders, un omicida che trent'anni prima era stato condannato al braccio della morte, ha presentato un ricorso d’urgenza: sarebbero emerse prove a favore della sua innocenza, che dimostrerebbero come Bosch, nel corso delle indagini, avesse deliberatamente manomesso il materiale probatorio. Harry dovrà affidarsi all’aiuto del fratellastro Mickey Haller per cercare di ristabilire la verità e salvare il proprio onore.

Connelly, come ben sappiamo, ha scelto di scrivere la serie di Bosch in “tempo reale”; di conseguenza il suo personaggio è invecchiato romanzo dopo romanzo. Il trascorrere del tempo ha reso il detective meno duro rispetto al passato; il suo carattere ha però acquisito una nota malinconica, da cui trapelano affaticamento (fisico soprattutto) ed empatia.   
Nonostante tutto ciò, Harry riesce a districarsi alla grande tra due casi difficilissimi, uno dei quali lo coinvolge in prima persona.
La scrittura, come sempre, è rapida e tranciante come una pallottola. L’ottima traduzione di Alfredo Colitto restituisce al meglio la prosa dell’autore e, giunti all’ultima pagina, il lettore rimane sinceramente dispiaciuto… perché dovrà attendere un’altra manciata di mesi per leggere il seguito.


Consigliato a: coloro che amano il thriller americano “con l’anima”, che Connelly riesce a rendere nella sua massima espressione, ed a chiunque voglia leggere un romanzo che non concede neanche il tempo di tirare il fiato.


Voto: 7,5/10 



Nessun commento:

Posta un commento