mercoledì 26 maggio 2021

Mozart deve morire, Max e Francesco Morini


Siamo a Vienna nel 1811 e sono trascorsi vent’anni esatti dalla morte di Wolfgang Amadeus Mozart.
Cherub Hofner è un giovane giornalista che, dopo aver assistito alla replica delle Nozze di Figaro, decide di intraprendere un'indagine approfondita su quella morte assai discussa e ancora avvolta dalle nebbie del mistero. Comincia così a scrivere un reportage a puntate sul giornale per cui lavora, "Die Wiener Stimme". Nel suo percorso investigativo alla ricerca della verità incontrerà amici, musicisti e confratelli massoni che hanno conosciuto da vicino il geniale musicista, ognuno dei quali consegnerà al cronista la sua personalissima versione dei fatti. 

Il libro che non ti aspetti dai Morini Bros!
Sinceramente, prima di iniziare la lettura credevo che si trattasse di un qualcosa sulla falsariga dei romanzi precedenti: un buon giallo artigianale con un'adeguata miscela tra commedia e trama poliziesca.
Quei ragazzacci dei Morini, però, mi hanno piacevolmente stupito; hanno preso la difficile decisione di abbandonare (provvisoriamente? chi lo sa!) la vecchia strada, su cui si stagliava la figura suadente e divertente del libraio/detective Ettore Misericordia, per tuffarsi in un'oceano completamente nuovo: quello del giallo maturo, quasi metafisico, basato su una struttura in cui le "testimonianze" contano più dei fatti reali e tangibili.
Mentre procedevo nella lettura, il pensiero è andato immediatamente al capolavoro conclamato di Orson Welles, Quarto potere. Gli autori, utilizzando un procedimento similare a quello del grande regista, ricostruiscono la figura di Mozart e le sue vicende personali attraverso una narrazione volutamente frammentaria; tutti questi pezzi, derivanti dal racconto delle persone interpellate dal cronista, si ricompattano pian piano fino a formare un puzzle che assume, agli occhi del lettore, la sua forma compiuta.
Riusciamo così, da un lato, a ripercorrere l'esistenza dell'uomo e musicista di Salisburgo; dall'altro a comprendere fino in fondo quella che possiamo definire come la "solitudine del genio": una situazione di straniamento/isolamento in cui, spesso, si vengono a ritrovare le menti più brillanti e illuminate e che finisce per condizionarne il percorso e le scelte.

La prosa è scorrevole, diretta e senza fronzoli. La Vienna dell'epoca Napoleonica, ammantata di gusto raffinato e di attrattive artistico-culturali, è il palcoscenico più adatto su cui rappresentare questo mystery dai contorni sfumati, in cui nulla è ciò che sembra e dove ad ogni pagina si respira il profumo di un'epoca che non c'è più: un tempo lontano, che ovviamente non abbiamo vissuto, ma di cui possiamo percepire l'essenza nelle melodie del grande genio attorno a cui ruota la struttura narrativa.


Consigliato a: coloro che amano i mystery costruiti attraverso una meticolosa indagine del protagonista, in cui le testimonianze raccolte finiscono col formare un quadro d'insieme completamente diverso dai frammenti che lo compongono.


Voto: 7,5/10


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