lunedì 8 febbraio 2021

Un amore, Dino Buzzati



Un amore, pubblicato nel 1963, fu l’ultimo romanzo scritto da Dino Buzzati, a più di vent'anni di distanza dall’uscita de Il deserto dei Tartari.
Anche in questo caso l'autore di Belluno racconta le vicende di un'avventura, seppur completamente diversa da quella del precedente romanzo: si tratta sì di un'avventura, ma covata, vissuta e dissolta all'interno dell'animo maschile.
Mentre Il deserto dei tartari era sorretto da una prosa elegante ed evocativa, quasi metafisica, in questo romanzo Buzzati abbraccia il realismo più esplicito, affrontando l'argomento trattato senza falsi pudori e inibizioni.
Un punto in comune tra i due libri, però, è facile da scoprire: quel senso dell'attesa quasi beckettiano, che si dilunga all'infinito per il protagonista trasformandosi in fonte perpetua di angoscia ed incertezza.

Antonio Dorigo (fin troppo evidente l'assonanza del nome con quello di Giovanni Drogo, protagonista di Il deserto dei tartari) è un maturo professionista inconsapevole di aver atteso troppo nella vita. Nell'animo, in fondo, è rimasto un giovane capace di credere nella forza ineluttabile dei sentimenti. Un bel giorno si innamora perdutamente di una ragazza di nome Laide, conosciuta in una casa d'appuntamenti: una giovane donna che incarna fino in fondo la  spavalderia e il declino morale di un'epoca.

Il primo (ed unico) romanzo erotico di Buzzati è ambientato a cavallo tra gli anni Sessanta e Settanta, in una Milano grigia e nebbiosa; una metropoli che è quasi il simbolo dell'Italia rinata dalle ceneri di un sanguinoso conflitto. L'autore prosegue la sua esplorazione delle inquietudini dell'uomo moderno raccontando la storia di un amore che ha le sembianze di un profondo baratro, in cui  il tormentato protagonista rischia di precipitare. 
Da un lato scopriamo l'angoscia di un uomo maturo che si innamora perdutamente di una ragazza di malaffare, che lo trasforma in zerbino e cagnolino ammaestrato; dall'altro scorgiamo le necessità di una giovane che, per sbarcare il lunario, lo rimbambisce di frottole e menzogne. 
Al centro del racconto c'è proprio quell'intreccio malato, instabile ed assurdo, che si viene a stabilire tra i due protagonisti: l'amante appassionato e l'amata indifferente, l'uomo inseguitore e la femmina inafferrabile, la vittima e il carnefice. 
Un amore? Forse. Ma si tratta, soprattutto, di un sentimento malsano che Dorigo prova per la bella e sensuale Laide; un amore agognato/sognato/desiderato da tanto tempo ma che, alla prova dei fatti, non si dimostra in grado di gestire.


Consigliato a: chi ama i romanzi realistici e riflessivi, che indagano con garbo e accuratezza l'evolversi delle umane passioni, ed a chiunque voglia gettare uno sguardo sull'Italia della fine degli anni sessanta: un'epoca di transizione in cui i dubbi individuali diventano simbolo di un'incertezza quasi universale. 


Voto: 7,5/10


Gio  

Nessun commento:

Posta un commento