Il libro delle illusioni è un romanzo originale, struggente e ricco di invenzioni letterarie attraverso cui Paul Auster ci dimostra ancora una volta - manco ce ne fosse il bisogno - di essere uno dei più grandi scrittori contemporanei. Costruito con raffinatezza, autoironia e tecnica indiscutibile, questo libro ci parla di esistenze infrante, di cinema e di letteratura, dimostrandoci un'importante assunto: l’arte, talvolta, può addirittura arrivare a regalare o togliere la vita.
Siamo alla fine degli anni Ottanta. David Zimmer è un docente universitario che, dopo aver perduto moglie e figlioletti in un disastro aereo, diviene vittima di solitudine e depressione. Dopo aver assistito in televisione ad una vecchia commedia di Hector Mann - un attore del cinema muto scomparso dalla circolazione da parecchi decenni - decide di uscire dall'impasse della propria esistenza recuperando tutte le pellicole girate dall'artista per scrivere un libro su di lui.
La pubblicazione del testo innesca una serie di eventi che spingono Zimmer ancora più in profondità nella vicenda. In particolare, la moglie di Mann invierà una lettera a Zimmer, chiedendogli di intraprendere un lungo viaggio fino in New Messico per raccogliere le ultime testimonianze del comico, scomparso nel nulla dal lontano 1929 e ormai ridotto in fin di vita.
Questo libro, alla stregua di una bambolina russa, possiede tante anime diverse. Attraverso le sue molteplici sfaccettature riesce a parlarci di un sacco di cose: dell'epoca del cinema muto e dell'importanza della scrittura, del potere dell'arte e della forza inossidabile della memoria.
Lavorando su descrizioni realistiche ed evocative, Auster costruisce in maniera sorprendente una storia all'interno della storia, facendo riscoprire al lettore la passione per le vecchie comiche in bianco e nero e portandolo alla (ri)scoperta di un mondo lontano nel tempo ma che, idealmente, non è mai sembrato così vicino.
Il presente e il passato s’incontrano, con lo scorrere delle pagine, in un inarrestabile susseguirsi di situazioni, a volte tra loro concatenate ma in alcuni casi capaci di sfiorarsi senza mai raggiungersi come treni che corrono su binari paralleli.
Le vicende sentimentali del protagonista aggiungono il giusto pathos a una vicenda che, altrimenti, avrebbe rischiato di rimanere troppo "fredda", ristretta negli angusti confini di un esercizio meramente intellettuale. Dopo un inizio volutamente lento e tranquillo, lo stile di Auster diventa man mano più incalzante, acquisendo aggressività e trasformandosi quasi in una sorta di thriller dell'animo umano.
Il romanzo mantiene, per tutto l'arco della sua durata, un miracoloso equilibrio tra le vicende di ieri e quelle di oggi, catturando il lettore a poco a poco e rendendolo partecipe di una storia bella e toccante, che rimarrà a lungo nella memoria.
Consigliato a: tutti coloro che amano le storie che raccontano di cinema, di vita e di scrittura e a chiunque apprezzi i romanzi che riescono a riallacciare i fili pendenti che spesso si svolgono tra passato e presente.
Voto: 8,5/10
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