martedì 2 febbraio 2021

La vita perfetta di William Sidis, Morten Brask



Un uomo prigioniero del suo immenso talento!
Così si potrebbe definire l'amara ma edificante vicenda di William Sidis, una delle menti più eccelse di tutti i tempi e con il quoziente intellettivo più alto mai registrato.
I numeri riferibili a questo personaggio incutono quasi timore:
- a 18 mesi leggeva il New York Times 
- a 4 anni imparava da solo greco e latino
- a 6 anni memorizzava sul momento ogni libro che prendeva in mano, oltre a parlare dieci lingue e a crearne dal nulla una nuova.
Possibile che un simile portento sia passato sulle pagine della storia senza lasciare la minima traccia?

Miscelando efficacemente romanzo, saggio e biografia, Morten Brask - giornalista/saggista qui alla sua prima prova letteraria - ci regala il racconto struggente di una vita difficile: quella di un bambino (prima) e di un uomo straordinario (poi) rimasto emarginato dal tessuto sociale come capita spesso a tutti i diversi.
Sì, perché l'esistenza di Sidis è stata distrutta da quella che avrebbe dovuto essere la sua enorme forza trainante; è stato trattato alla stregua di uno scherzo della natura, rifiutato dai coetanei e soffocato dalle assurde pretese dei genitori.
Dietro la patina di perfezione associata alle sue innate doti intellettuali si sono così accumulati, col passare del tempo, silenzi e sofferenza, assurdità e sensazioni di inadeguatezza che hanno spinto una delle menti più notevoli a perdersi senza possibilità di appello.   

Scritto su tre differenti livelli temporali - l'infanzia, la giovinezza e la maturità -, sostenuto da un montaggio serrato di capitoli intercalati, La vita perfetta di WIlliam Sidis ci fornisce il ritratto molto umano e a tratti commovente di un personaggio divenuto ben presto vittima della propria originalità e dell'invidia altrui.  
La lettura del libro è scorrevole, anche se nel testo troviamo abbondanza di nozioni scientifiche (comunque essenziali  per far comprendere al fruitore il livello di genialità di Sidis).
Si tratta di un'opera che pone pressanti interrogativi riguardo all’accettazione del diverso, al dovere degli adulti di proteggere la serenità dei loro figli e all’inutilità del conformismo; al tempo stesso ci fa riflettere sulla gelosia e l'ipocrisia che ogni essere umano, spesso, è portato a rivolgere contro coloro che si mostrano più intelligenti, originali o dotati.


Consigliato a: coloro che amano le biografie romanzate, capaci di fondere rigore cronachistico a tensione narrativa, ed a chiunque voglia comprendere i pericoli insiti in un'enorme genialità non coltivata  a dovere.


Voto: 7+/10


Gio

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