Anche se in molti hanno catalogato - forse un po' troppo frettolosamente - quest'opera come "il romanzo definitivo sull'11 settembre", la narrazione si svolge parecchi anni prima: in una torrida giornata dell'agosto 1974, quando l'acrobata Philippe Petit camminò su un filo teso tra le Torri Nord e Sud del World Trade Center, ora cancellate per sempre. Un evento in gran parte rimosso dalla memoria collettiva fino al documentario premio Oscar Man on Wire (2008) e al film di Zemeckis The walk (2015).
Proprio da quell'evento, che fece fermare per qualche momento il tempo in un'America scombussolata dai recenti accadimenti - lo scandalo Watergate e la guerra del Vietnam in primis - trae ispirazione il libro di McCann che si concentra su una serie di individui che, in quella giornata, si fermarono ad osservare la pericolosa passeggiata nel vuoto.
Tra i personaggi che si muovono nelle strade newyorchesi, con lo sguardo calamitato dall'insolito spettacolo, seguiamo le vicende di un monaco di strada che assiste le prostitute del Bronx; di una di loro - giovane e bella - che spartisce il marciapiede con la madre; di un'artista piena di dubbi e di rimorsi; di alcune madri in lutto dopo aver perduto i loro figli nel sanguinoso conflitto del sud est asiatico.
Le esistenze di questi uomini e donne si sfiorano, talvolta si intersecano e compenetrano sotto le ombre dei poderosi grattacieli di una metropoli che sta vivendo un periodo di sconforto e violenza.
Il romanzo è strutturato in quattro libri e dodici capitoli; ogni singolo capitolo viene però raccontato dal punto di vista di un diverso narratore appartenente a un differente strato sociale. Si tratta di un un romanzo straziante, ma che non risulta affatto deprimente: vivendo la loro situazione di dolorosa angoscia, i vari personaggi riescono a trovare conforto, arrivando a una sorta di redenzione.
D'altra parte, l'epoca oggetto del racconto è quella in cui il popolo newyorkese guardava le torri gemelle con stupore, piuttosto che con l'orrore di chi si specchia in uno spazio vuoto.
McCann ha indubbiamente messo tanta carne al fuoco; ha comunque saputo gestir bene gli intrecci ed i collegamenti, costruendo una serie di storie emozionanti (anche se, purtroppo, non tutte hanno lo stesso spessore e l'adeguato approfondimento psicologico).
Il capitolo conclusivo, narrato a distanza di parecchi anni dalla figlia di uno dei personaggi, risulta forse pleonastico e attenua un po' troppo il senso di distanza che il testo possedeva rispetto agli eventi dell'11 settembre: a mio personalissimo parere, sarebbe stato meglio concludere la narrazione in quelle complesse e tormentate giornate dell'agosto del 1974.
Consigliato a: chi vuole leggere un romanzo corale, con personaggi che si incrociano arrivando talvolta a interagire l'uno con l'altro, ed a chiunque sia curioso di farsi un'idea dell'America dei primi anni settanta: una nazione sofferente e lacerata, che sta scontando le conseguenze dei suoi peccati.
Voto: 7/10
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