Yu Hua è senza ombra di dubbio uno degli autori più influenti della Cina di oggi oltreché uno dei più acclamati della nuova generazione di scrittori dell'estremo oriente. Dopo aver fatto la sua conoscenza attraverso il notevole Cronache di un venditore di sangue, ho deciso di proseguire la lettura delle sue opere con Vivere! che, grazie anche alla trasposizione cinematografica di Zhang Yimou, è probabilmente il suo romanzo più famoso. Com'è andata? Se proseguite nella lettura... lo saprete presto!
Vivere! si apre con un artificio letterario: un racconto all'interno del racconto. A dieci anni di distanza, infatti, il narratore ci parla della sua esperienza nelle campagne, quando si recò per raccogliere ballate popolari e fece la conoscenza di un anziano contadino di nome Fugui, intento ad arare la terra con il suo bufalo.
Di discendenza molto agiata, Fugui era considerato la vera e propria "pecora nera" della famiglia: una sciagurata notte aveva perso al gioco tutto quanto il patrimonio. Da lì in avanti era cominciata la rovina e l'uomo era stato costretto a ricominciare una nuova vita: per risollevarsi aveva dovuto sopportare la dura fatica del lavoro nei campi, lottando quotidianamente con miseria e privazioni.
In questa difficile sfida, però, Fugui non era solo; era riuscito a ricavare la forza necessaria a non soccombere dall'amata moglie Jiazhen, dalla brava figlia Fengxia e dal piccolo Youqing.
A mio parere, questo è uno dei libri che andrebbe letto (oltre che fatto leggere) per la sua capacità di insegnare un messaggio molto importante: anche nei momenti più difficili è indispensabile mantenere l'ottimismo nei confronti del mondo che ci circonda. Il protagonista, passando attraverso la fame e la povertà, la guerra e la carestia, riuscirà pian piano a comprendere il senso delle cose e il valore degli affetti famigliari.
Se dovessimo inserire questo libro in una corrente letteraria, propenderei per il neorealismo, in una versione meno drammatica e più pacata.
Romanzi come Vivere! insegnano a considerare tutto ciò che ci circonda con uno sguardo pieno di empatia; facendo leva su uno stile semplice e intriso di ironia, questo libro fa emergere fino in fondo la forza e la perseveranza dell'essere umano.
La famiglia diventa un punto fermo attorno cui è possibile costruire se non la felicità almeno un suo simulacro: nel rispetto della della tradizione confuciana che vede proprio nel rispetto della famiglia (oltreché dello Stato) il valore supremo a cui fare riferimento.
Consigliato a: coloro che amano i romanzi intrisi di realismo e ironia e a chiunque voglia fare la conoscenza di uno dei più grandi narratori della Cina contemporanea.
Voto: 8/10
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