mercoledì 16 settembre 2020

Silenzio elettorale, Drago Hedl

 

Credo che costituisca una novità assoluta - almeno per quanto riguarda il sottoscritto - parlare di un romanzo giallo ambientato nella penisola balcanica.
Silenzio elettorale, per l'appunto, rappresenta il primo volume di una trilogia ideata da Drago Hedl: un cronista e scrittore croato che, esercitando l'attività di giornalista investigativo, dimostra un'inconsueta familiarità con gli ambienti e le tecniche di questo difficile mestiere. 
Ma partiamo, come al solito, da un breve sunto della trama. 

Siamo nei pressi della città di Osijek, in un brillante giorno di primavera. Il corpo senza vita di una ragazzina viene rinvenuto sulle rive della Drava, l'affluente del Danubio che attraversa la cittadina croata.  
Le indagini sulla morte della giovane - tra l'altro senza identità - vengono affidate all'ispettore Vladimir Kovač che, al contrario dei superiori, non è per niente propenso a credere in un suicidio. L'incontro con il giornalista Stribor Kralj (una sorta di alter ego dello stesso Hedl?), lo spinge a fidarsi dell'istinto, sollecitandolo alla prosecuzione del lavoro investigativo nonostante le pressioni che giungono dall'alto per una rapida chiusura del caso. 
Nei giorni che precedono le elezioni, Kovač e Kralj scopriranno una pista che conduce agli ambienti più in vista della società: in particolare all'interno della cerchia del candidato che tutti considerano favorito

Si tratta del classico romanzo di genere che, per certi versi, fa un po' pensare alla trilogia di Stieg Larsson (sia per il ruolo preponderante del giornalismo investigativo sia per quanto riguarda l'indagine sui torbidi meccanismi della corruzione). Ben scritto e ben congegnato, con un'ottima ambientazione nella misconosciuta città di Osijek, si legge con crescente piacere.
La trama è sviluppata in maniera lineare, con personaggi che vengono descritti come se appartenessero a due schieramenti diversi: i cattivi sono sgradevoli, opportunisti e pronti a offrirsi al miglior offerente mentre i buoni - Stribor e Vladimir per l'inciso -  risultano testardi, incorruttibili e sempre pronti a sfidare il pericolo.
Certo, la trama gialla non è di prima mano - tanto che a metà libro siamo già in grado di individuare il colpevole - e l'autore, talvolta, risulta leggermente ripetitivo. L'idea di aprire la via ad un "noir dell'est Europa", però, è davvero originale ed il romanzo costituisce un ottimo punto di partenza per una serie che, speriamo, ci condurrà a scoprire fino in fondo i segreti più torbidi della società croata: un paese che sta scontando logiche difficoltà nell'adattarsi al regime democratico.


Consigliato a: coloro che amano le indagini concitate, i loschi incroci tra società e politica e le ambientazioni insolite ed a chiunque apprezzi i gialli/noir che scorrono rapidi come un treno nella notte.


Voto: 7,5/10



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