mercoledì 30 settembre 2020

Niente baci alla francese, Paolo Roversi

 

Niente baci alla francese, terzo romanzo della serie dedicata a Enrico Radeschi (i primi due erano La mano sinistra del diavolo e Blue Tango), ci fa rincontrare il simpatico cronista-hacker, sempre a bordo del suo inarrivabile Giallone, in una nuova avventura mozzafiato. 
Questa volta il nostro protagonista si ritrova coinvolto in una doppia indagine che lo porterà a dividersi tra due ambientazioni quasi antitetiche: la solita Milano nevrotica e inquinata e la Parigi delle banlieu e dei centri sociali. 
Come andrà a finire? Leggete il seguito e lo saprete...

È la notte del 7 dicembre e a Milano va in scena la Prima della Scala. Lo spettacolo, però, viene improvvisamente interrotto da un blackout che toglie la luce all'intera città. Al ritorno della normalità, l'evento sarà sconvolto da una macabra sorpresa: qualcuno, approfittando dell'oscuramento, ha agito impunemente nelle tenebre per uccidere il sindaco della metropoli meneghina. 
Non si tratta di un fatto isolato: qualche ora più tardi, anche il primo cittadino di Parigi - in visita eccezionale a Milano - viene rinvenuto privo di vita. 
Non esiste una spiegazione plausibile che accomuni i due delitti. Toccherà a Radeschi e al vicequestore Loris Sebastiani tentare di sbrogliare una matassa che si presenta più intricata che mai. 

Cominciamo col dire che Radeschi è un personaggio che risulta simpatico a prima vista: una gradevole variante ai soliti commissari a cui ci ha (più o meno) assuefatto la letteratura gialla di casa nostra. Con il suo aspetto un po' bohémien e la sua aria scanzonata, riesce a portare dalla sua parte quei lettori che sono ormai esausti del mito dell'eroe e cercano un protagonista più vicino alla figura dell'uomo comune. Il buon Enrico - con la sua pancetta, la sua barba incolta e il suo abbigliamento casual - è tutt'altro che un divo da prima pagina, ma riesce ugualmente a catturare l'attenzione del pubblico che lo incorona come un moderno antieroe della letteratura di genere.   
In questo romanzo, risulta particolarmente azzeccata la figura del nuovo assistente di Enrico: lo studente Diego Fuster che si dimostra una fucina di idee intelligenti e diventa ben presto un prezioso alleato per il nostro cronista.
La narrazione, forse, parte un pochino in sordina; col passare delle pagine, però, acquista rapidità e un ottimo senso del ritmo fino all'inaspettato finale. La scrittura è semplice e diretta, frizzante e condita da un sarcasmo irresistibile.
Una lettura scorrevole e divertente per chi cerca un libro da divorare in queste fresche serate d'autunno. 


Consigliato a: chi ama i gialli rapidi, intriganti e pieni di ritmo e a chi si appassiona alle figure degli antieroi, con i loro pregi e le loro debolezze. 


Voto: 7,5/10


Gio   














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