Dopo l'ottimo Silenzio elettorale, ritroviamo l'ispettore di polizia Vladimir Kovac e il giornalista Stribor Kralj, di nuovo impegnati in un'impresa donchisciottesca: quella di scoperchiare quel fetido tombino di indegni segreti dove albergano gli interessi personali dei corrotti, dei senza scrupoli e dei potenti.
Partiamo, come di consueto, da un rapido accenno della trama.
Stribor, giovane giornalista con un innato senso della giustizia, ha iniziato una complessa indagine sulla criminalità organizzata della penisola balcanica. In particolare, è interessato a far emergere gli oscuri legami esistenti tra i clan croati e quelli serbi ma, soprattutto, a scoprire chi si nasconda dietro il loro temibile schermo. Anche stavolta potrà contare sull'appoggio dell'ispettore Vladimir Kovac, appena tornato in servizio dopo essere stato gravemente ferito.
Frattanto, alla redazione del giornale dove Stribor lavorava giunge una lettera anonima: una giovane studentessa denuncia gli abusi subiti da parte di un personaggio piuttosto in vista della politica locale. Dopo alcuni giorni, viene rinvenuto il corpo senza vita di una ragazza. Si sarà trattato di un drammatico incidente... oppure c'è qualcosa sotto?
Drago Hedl in Silenzio elettorale aveva optato per un finale "aperto"; pertanto le due trame si intersecano alla perfezione - senza soluzione di continuità - nonostante si tratti di libri che possono essere letti indipendentemente l'uno dall'altro.
Questa volta la storia fuoriesce dai confini di Osijek - la città croata dove si svolgeva integralmente il primo romanzo - e si estende fino a Belgrado, dove si rivelerà la losca connessione tra mafia croata e serba
La criminalità, la corruzione e le connessioni mafiose che infestano la Croazia dei nostri giorni rappresentano il punto focale del plot; anche questa questa volta le infiltrazioni criminali giungeranno a rivelare una pericolosa rete di cooperazione tra la politica e i poteri economici locali.
L'autore sa scrivere in maniera concisa e diretta, potendo contare sia sulla sua intuizione di coraggioso giornalista sia sulla meticolosità di valido scrittore di genere. Riesce così a coniugare leggibilità e qualità, spunti di cronaca nera e stile narrativo, regalandoci un poliziesco che è, allo stesso tempo, un romanzo che parla di personaggi, di politica e di società.
Anche questo romanzo, purtroppo, termina - o, meglio, non termina - lasciandoci di fronte ad un altro finale aperto: attendiamo speranzosi la pubblicazione del terzo volume (già uscito in Patria) per mettere la parola fine a questa indagine lunga e complessa... scoprendo se i validi Stribor e Vladimir saranno finalmente in grado di consegnare i colpevoli alla giustizia.
Consigliato a: chi ama i romanzi in cui giornalismo investigativo e procedure poliziesche si intersecano alla ricerca della verità e a chiunque voglia scoprire una nuova e originale "via Balcanica" nella letteratura noir.
Voto: 7/10
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