Mi sono perso in un luogo comune è un libro strutturato come un dizionario che riesce a farci divertire affrontando un tema piuttosto irritante, quello del cosiddetto "luogo comune": un termine che ricomprende tutti gli stereotipi, le frasi fatte e le banalità che - con la complicità dei mass media - hanno finito con l'ammorbare la nostra quotidianità.
Un testo snello, agile e veloce, che sa essere allo stesso tempo divertente e dissacrante, arguto ed intelligente. In alcune parti vi farà sorridere a trentadue denti, in altre vi lascerà un pochino di amaro in bocca. Sì, perché l'abilità di Culicchia sta proprio in questo: nel riuscire a saltare a piè pari, nello spazio di poche righe, dalla comicità ilare e pura al sarcasmo più tagliente.
Quest'opera può essere letta in ordine alfabetico, oppure spizzicando le definizioni qua e là. A questo punto, mi sembra utile riportarvi qualche esempio - assolutamente casuale - di ciò che troverete all'interno del volume:
- ASTROLOGHI: Ridere di coloro che vi fanno ricorso. In caso di pene d'amore o difficoltà economiche, farvi ricorso.
- CELLULA: O è staminale o è composta da terroristi
- PENSIONATI: Specie in via di estinzione. Massimi esperti di cantieri.
- SCARICARE: Un tempo si faceva al porto, oggi lo si fa da internet o con il partner. Sostenere: "il problema sono i virus".
Ecco... ed avanti così per un paio di centinaia di pagine ripiene di gustose definizioni, talvolta assolutamente geniali altre volte meno azzeccate e sicuramente più prevedibili.
Si tratta di un libro che può essere utile per fare qualche riflessione "semiseria" sul mondo contemporaneo, attraverso una lettura sicuramente leggera ma che non dev'essere catalogata per forza nel novero delle cose fugaci e superficiali. Un vero e proprio vocabolario dell'umana stupidità, in cui si intravedono i frutti malati di anni ed anni di pressapochismo, di dabbenaggine, di ignoranza, di conformismo e di assuefazione alle mode e alle idee dilaganti.
Mi sono perso in un luogo comune ci farà ridere di coloro che ci circondano, ma anche - e soprattutto - di noi stessi: perché è vero che, talvolta, siamo i primi ad appropriarci di termini e frasi "di rito" ed abusate... senza neppure rendercene conto.
L'unico difetto che mi sento di sottolineare è quello che, volente o nolente, accomuna tutti i dizionari del genere: va letto a piccole dosi, qualche pagina per volta... perché la lettura in un unico continuum, sicuramente, fa sfumare un poco l’attenzione.
Consigliato a: coloro che hanno voglia di una lettura leggera e intelligente ed a chiunque desideri un libro da "spizzicare" a piccoli ma sapidi bocconi.
Voto: 7/10
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