Michel
Bussi è diventato, negli ultimi anni, uno dei giallisti più amati dal pubblico
italiano. Quest'ultimo libro, in realtà, è la riedizione di uno dei suoi
primi romanzi, uscito un decennio fa e passato quasi del tutto inosservato, molto
prima che l’autore francese raggiungesse il successo internazionale. Si tratta, sicuramente, di una trovata a carattere
commerciale… ma che ha una sua logica e un suo perché all’interno del percorso
editoriale dello scrittore e che, pertanto, giustifica appieno la riproposizione
del testo “rielaborato” nei confronti di un pubblico che ha imparato ad
apprezzare il suo talento.
Colin
Remy ad appena sei anni subisce la perdita di entrambi i genitori: il padre
suicida in seguito ad uno scandalo edilizio; la madre in un tragico incidente
stradale. Allevato dagli zii, Colin matura col tempo la convinzione che il
padre sia ancora vivo.
Alla
vigilia dei sedici anni, con la scusa di frequentare un corso di vela, il
ragazzo sceglie di tornare sull’isola di Mornesey sulle tracce della propria
infanzia perduta e del genitore scomparso. Scoprirà ben presto che il padre
archeologo non si occupava soltanto di scavi e restauri presso l’antica abbazia,
ma era alla ricerca di un leggendario tesoro conosciuto come la Follia
Mazzarino. Un tesoro che, a distanza di anni, continua a far gola a parecchia gente…
Anche
stavolta Michel Bussi elabora i suoi intrighi e le sue brillanti invenzioni
narrative, disegnando una trama avvincente e aggrovigliata in cui abbondano –
come di consueto - le false piste. Come un ottimo prestigiatore spinge il
lettore a guardare da una parte, distogliendolo dalla realtà delle cose, per
poi sfilargli la soluzione da sotto il naso.
In
La follia Mazzarino ritroviamo alcuni
dei temi cari allo scrittore d’oltralpe: la ricerca della propria identità, i
problemi dell’adolescenza, l’arte della manipolazione, l’ambientazione in un'isola
lontana dal resto del mondo.
Si
tratta di un romanzo di formazione, gravido di episodi storici, in cui hanno un’importanza
notevole il confronto tra le generazioni
e l’assunzione delle proprie responsabilità morali.
Non
sarà il miglior Bussi di sempre e, a tratti, si percepiscono l’incertezza e la
meccanicità che caratterizzano talvolta alcune opere prime. Al di là di tutto, il
libro è scorrevole ed avvincente e rappresenta la scelta ideale per chi
cercasse qualcosa da leggere sotto l’ombrellone in questa estate più torrida
che mai.
Consigliato a:
coloro che amano i libri intricati e pieni di colpi di scena e a tutti gli
estimatori del giallo classico, di cui Bussi è uno dei pochi indefessi continuatori.
Voto:
6,5/10
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