martedì 6 agosto 2019

La follia Mazzarino, Michel Bussi





Michel Bussi è diventato, negli ultimi anni, uno dei giallisti più amati dal pubblico italiano. Quest'ultimo libro, in realtà, è la riedizione di uno dei suoi primi romanzi, uscito un decennio fa e passato quasi del tutto inosservato, molto prima che l’autore francese raggiungesse il successo internazionale. Si tratta, sicuramente, di una trovata a carattere commerciale… ma che ha una sua logica e un suo perché all’interno del percorso editoriale dello scrittore e che, pertanto, giustifica appieno la riproposizione del testo “rielaborato” nei confronti di un pubblico che ha imparato ad apprezzare il suo talento.

Colin Remy ad appena sei anni subisce la perdita di entrambi i genitori: il padre suicida in seguito ad uno scandalo edilizio; la madre in un tragico incidente stradale. Allevato dagli zii, Colin matura col tempo la convinzione che il padre sia ancora vivo.
Alla vigilia dei sedici anni, con la scusa di frequentare un corso di vela, il ragazzo sceglie di tornare sull’isola di Mornesey sulle tracce della propria infanzia perduta e del genitore scomparso. Scoprirà ben presto che il padre archeologo non si occupava soltanto di scavi e restauri presso l’antica abbazia, ma era alla ricerca di un leggendario tesoro conosciuto come la Follia Mazzarino. Un tesoro che, a distanza di anni, continua a far gola a parecchia gente…

Anche stavolta Michel Bussi elabora i suoi intrighi e le sue brillanti invenzioni narrative, disegnando una trama avvincente e aggrovigliata in cui abbondano – come di consueto - le false piste. Come un ottimo prestigiatore spinge il lettore a guardare da una parte, distogliendolo dalla realtà delle cose, per poi sfilargli la soluzione da sotto il naso.
In La follia Mazzarino ritroviamo alcuni dei temi cari allo scrittore d’oltralpe: la ricerca della propria identità, i problemi dell’adolescenza, l’arte della manipolazione, l’ambientazione in un'isola lontana dal resto del mondo.
Si tratta di un romanzo di formazione, gravido di episodi storici, in cui hanno un’importanza notevole il confronto tra le generazioni e l’assunzione delle proprie responsabilità morali.
Non sarà il miglior Bussi di sempre e, a tratti, si percepiscono l’incertezza e la meccanicità che caratterizzano talvolta alcune opere prime. Al di là di tutto, il libro è scorrevole ed avvincente e rappresenta la scelta ideale per chi cercasse qualcosa da leggere sotto l’ombrellone in questa estate più torrida che mai.


Consigliato a: coloro che amano i libri intricati e pieni di colpi di scena e a tutti gli estimatori del giallo classico, di cui Bussi è uno dei pochi indefessi continuatori.


Voto: 6,5/10  



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