Per
scrivere un grande noir occorrono tre ingredienti fondamentali.
Innanzi
tutto, c’è bisogno di un atmosfera intensa ed avvolgente, capace di far immergere
il lettore in un “altrove” che risulti allo stesso tempo vicino e lontano dal
mondo in cui è abituato a vivere. In secondo luogo, bisogna avere tra le mani
una trama incalzante, avvincente, che si snodi pericolosa e sinuosa come un
serpente senza mollare la presa per un solo istante. Infine – last but not least – ci vogliono
protagonisti credibili, realistici e ben disegnati, in grado di sollecitare le
emozioni ed i timori del pubblico più smaliziato.
Pulixi
è riuscito perfettamente nell’intento.
Ambientando
il romanzo nella sua Sardegna, ha costruito una storia che affonda le proprie
radici in un mondo ancestrale, racchiuso in se stesso, in cui hanno notevole
importanza i riti più antichi e le ataviche credenze. Ha congegnato un plot claustrofobico
che, dopo una partenza al rallentatore, affonda le unghie con determinazione e
corre via veloce come un treno nella notte. E ci ha presentato due investigatrici
– la cagliaritana Mara Rais e la milanese Eva Croce – estremamente differenti l’una
dall’altra ma, proprio per questo, predisposte ad interagire in maniera esplosiva.
Le
due poliziotte – allontanate per motivi diversi dalla Squadra Omicidi – si ritrovano
ad indagare su dei “cold cases” piuttosto datati. In particolare, la loro
attenzione verrà catturata dagli omicidi di due giovani donne, avvenuti
parecchi anni prima presso dei siti nuragici. Ad interrompere bruscamente il
loro lavoro, giungerà però un elemento del tutto imprevedibile: l’assassino – come dimostra la recente
scomparsa di un’altra ragazza – è tornato in azione. Le due donne dovranno perciò confrontarsi
con i rituali di un’antica e selvaggia
religione; allo stesso tempo ognuna di loro si troverà a tu per tu con il proprio
lato oscuro, in cui si agitano demoni tremendi.
Pulixi
costruisce una trama "nerissima", ansiogena quanto basta, ambientata
in un mondo lurido e spossato, in cui la speranza soffoca giorno dopo giorno. Rispetto
ai romanzi precedenti, l’autore lavora molto di più sulla scrittura, realizzando
una prosa sperimentale e ricercata, in alcuni frangenti persino sofisticata.
La
cultura ed i miti del Popolo Sardo come un sottile filo rosso percorrono l’anima
della storia; lo spirito delle arcaiche tradizioni si miscela perfettamente agli
aspetti della quotidianità, restituendoci un noir che unisce indissolubilmente impeto
metropolitano e leggende lontane nel tempo ma ancora ben presenti nell’anima di
chi è nato e cresciuto sull’isola. Gli spettri del passato ed i drammi del
presente danno carattere e consistenza ad un libro che potrebbe costituire una
svolta nella carriera dello scrittore cagliaritano, che pare aver imboccato la
giusta via per arrivare a far parte del gotha del noir di casa nostra.
Consigliato a:
coloro che amano i noir intensi, che suscitano emozioni forti, ed a chiunque ami
i romanzi capaci di collegare la forza delle tradizioni con la logica della
quotidianità.
Voto:
8/10
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