martedì 13 agosto 2019

La bottiglia magica, Stefano Benni





Il talento di Stefano Benni non è in discussione. Si tratta di un inarrivabile genio della satira di casa nostra, che in passato ci ha regalato opere memorabili come Bar sport, Baol, La compagnia dei celestini e Il bar sotto il mare. Nei suoi romanzi, lo scrittore bolognese ha spesso spaziato tra i generi regalandoci storie comico-surreali, capaci di coniugare in un’unica anima satira esilarante e critica sociale.
Dopo aver letto La bottiglia magica, però, si prova una strana sensazione di insoddisfazione, quasi come se Benni avesse messo da parte – si spera solo per questa volta – le sue encomiabili capacità di inventiva ed immaginazione per mettere giù una fiaba carina ma tutto sommato abbastanza scontata nel suo sviluppo.   

Pin, figlio di un pescatore di nome Jep, sogna di fare fortuna emigrando nel confinante stato del Diladalmar. Alina, aspirante scrittrice, se ne sta invece segregata in un collegio gestito in maniera piuttosto autoritaria con l’unica compagnia di un gatto high-tech. Già i nomi dei personaggi sono emblematici per rivelare l’afflato fiabesco della trama…
Grazie ad una bottiglia magica, che Alina ha affidato all’acqua, i destini dei due ragazzi si incroceranno dando il via ad un viaggio rocambolesco che coinvolgerà entrambi, in cui non mancheranno incontri strabilianti, momenti avventurosi e rapidi capovolgimenti di fronte.

Benni, questa volta, ha deciso di scrivere un racconto fantastico utilizzando il linguaggio delle storie per ragazzi. Avvalendosi di disegni, mappe e fumetti, ha cercato di esporre in chiave grottesca il nostro “quotidiano”, rappresentato dal trionfo della tecnologia, dall’importanza dell’audience e dal dominio dei cuochi-TV. È riuscito solo parzialmente nell’intento, regalandoci un prodotto “ibrido”: troppo scontato per un pubblico adulto ma anche con significati troppo enigmatici per essere compreso a fondo dal pubblico dei più giovani.
Rimane, al di là di tutto, un curioso esperimento di critica sociale – alcune “stilettate” contro il mondo di oggi sono davvero spassose ed azzeccate – dissimulato dentro una struttura da fiaba dei tempi passati: un libro gradevole e scorrevole, che riesce a tratti a divertire, ma che è lontano anni luce dalle auree vette toccate dall’autore in epoche neanche troppo lontane.


Consigliato a: chi ama l’umorismo, l’ironia e la critica sociale, questa volta mimetizzati all’interno di una fiaba per ragazzi che strizza l’occhio alle disfunzioni del mondo di oggi.


Voto: 6/10


Gio            .

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