sabato 20 luglio 2019

Operazione massacro, Rodolfo Walsh





Triste vicenda quella di Rodolfo Walsh, scrittore e giornalista argentino ucciso dalla dittatura militare nel 1977. Il giorno prima di entrare a far parte della lunga schiera dei “desaparecidos”, scrisse ai generali che avevano instaurato il regime una lunga lettera - pubblicata solo alcuni anni dopo - in cui li accusava di crimini contro l'umanità e di aver condotto la nazione Argentina al collasso economico.

“La censura della stampa, la persecuzione degli intellettuali, la demolizione della mia casa, l’omicidio di amici cari e la perdita di una figlia morta mentre vi combatteva sono alcuni dei fatti che mi costringono a questa forma di espressione clandestina dopo che per quasi trent’anni mi sono pronunciato liberamente come scrittore e giornalista”.

Con Operazione massacro Walsh, ben nove anni prima della pubblicazione di A sangue freddo di Truman Capote (erroneamente indicato come capostipite del genere), inaugurava di fatto quel filone definito “giornalismo investigativo” capace di fondere due anime apparentemente inconciliabili – quella del romanzo e quella della cronaca – utilizzando come collante la forza e la costanza dell'impegno civile.

Nel 1956 una rivolta di ispirazione peronista fu duramente stroncata dalla dittatura; quel regime autocratico e totalitario che, alle origini, si era impropriamente autodefinito come “Rivoluzione Liberatrice”. Durante il processo di repressione, cinque civili furono fucilati in un campo sperduto di León Suárez, nei pressi di Buenos Aires.
Alcuni mesi dopo il misfatto, Walsh – per puro caso - venne a conoscenza dell'evento, stentando quasi a credere a ciò che era successo. Il giornalista iniziò così una lunga e meticolosa indagine che lo condusse a scoprire l’esistenza di sette sopravvissuti al massacro.
Walsh riuscì a rintracciare i reduci e ad intervistarli uno ad uno, al fine di ricostruire dettagliatamente lo svolgimento dei fatti. Quella accurata e scrupolosa investigazione diventerà il materiale di base che porterà alla stesura dell’opera.

Come non ammirare il coraggio da leone di Walsh, un piccolo uomo che decise di esporsi in prima persona contro un regime liberticida? Attraverso Operazione massacro l’autore argentino ha raccontato al mondo un evento realmente accaduto, che le forze dominanti volevano tenere nascosto e la cui divulgazione metteva seriamente a repentaglio la sua vita di cronista audace e irreprensibile.
Questo libro rappresenta perciò il durissimo resoconto delle violenze perpetrate dalla cosiddetta Rivoluzione Liberatrice – che l’anno prima aveva rovesciato il governo di Juan Peron - ai danni di inermi cittadini: persone qualunque la cui unica colpa era stata quella di trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato.
Avvincente come un romanzo, onesto e profondo come le migliori opere di saggistica, è un libro che va letto assolutamente e che ci fa avvicinare ad una storia che, per taluni versi, ci risulta del tutto nuova: il resoconto di fatti tragici che, altrimenti, sarebbero rimasti segregati per sempre nella profonda fossa dell’oblio.


Consigliato a: coloro che vogliono fare la conoscenza di un autore coraggioso, capace di mettere in gioco la propria esistenza al fine di raccontare la verità, ed a chiunque voglia esplorare le radici del “giornalismo investigativo”.


Voto: 8/10


   


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