Triste
vicenda quella di Rodolfo Walsh, scrittore e giornalista argentino ucciso dalla
dittatura militare nel 1977. Il giorno prima di entrare a far parte della lunga
schiera dei “desaparecidos”, scrisse ai generali che avevano instaurato il regime una lunga lettera - pubblicata solo alcuni anni dopo - in cui li
accusava di crimini contro l'umanità e di aver condotto la nazione Argentina al
collasso economico.
“La censura della stampa, la persecuzione
degli intellettuali, la demolizione della mia casa, l’omicidio di amici cari e
la perdita di una figlia morta mentre vi combatteva sono alcuni dei fatti che
mi costringono a questa forma di espressione clandestina dopo che per quasi
trent’anni mi sono pronunciato liberamente come scrittore e giornalista”.
Con
Operazione massacro Walsh, ben nove
anni prima della pubblicazione di A sangue
freddo di Truman Capote (erroneamente indicato come capostipite del genere),
inaugurava di fatto quel filone definito “giornalismo investigativo” capace di
fondere due anime apparentemente inconciliabili – quella del romanzo e quella
della cronaca – utilizzando come collante la forza e la costanza dell'impegno
civile.
Nel
1956 una rivolta di ispirazione peronista fu duramente stroncata dalla dittatura;
quel regime autocratico e totalitario che, alle origini, si era impropriamente autodefinito
come “Rivoluzione Liberatrice”. Durante il processo di repressione, cinque
civili furono fucilati in un campo sperduto di León Suárez, nei pressi di
Buenos Aires.
Alcuni
mesi dopo il misfatto, Walsh – per puro caso - venne a conoscenza dell'evento,
stentando quasi a credere a ciò che era successo. Il giornalista iniziò così una
lunga e meticolosa indagine che lo condusse a scoprire l’esistenza di sette
sopravvissuti al massacro.
Walsh
riuscì a rintracciare i reduci e ad intervistarli uno ad uno, al fine di ricostruire
dettagliatamente lo svolgimento dei fatti. Quella accurata e scrupolosa investigazione
diventerà il materiale di base che porterà alla stesura dell’opera.
Come
non ammirare il coraggio da leone di Walsh, un piccolo uomo che decise di
esporsi in prima persona contro un regime liberticida? Attraverso Operazione massacro l’autore argentino ha
raccontato al mondo un evento realmente accaduto, che le forze dominanti
volevano tenere nascosto e la cui divulgazione metteva seriamente a repentaglio
la sua vita di cronista audace e irreprensibile.
Questo
libro rappresenta perciò il durissimo resoconto delle violenze perpetrate dalla
cosiddetta Rivoluzione Liberatrice – che l’anno prima aveva rovesciato il
governo di Juan Peron - ai danni di inermi cittadini: persone qualunque la cui unica
colpa era stata quella di trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato.
Avvincente
come un romanzo, onesto e profondo come le migliori opere di saggistica, è un libro che va letto assolutamente e che ci
fa avvicinare ad una storia che, per taluni versi, ci risulta del tutto nuova:
il resoconto di fatti tragici che, altrimenti, sarebbero rimasti segregati per sempre
nella profonda fossa dell’oblio.
Consigliato
a: coloro che vogliono fare la conoscenza di un autore coraggioso, capace di
mettere in gioco la propria esistenza al fine di raccontare la verità, ed a
chiunque voglia esplorare le radici del “giornalismo investigativo”.
Voto:
8/10
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