sabato 6 luglio 2019

La donna della domenica, Fruttero & Lucentini



Carlo Fruttero e Franco Lucentini sono considerati i papà del giallo all’italiana e La donna della domenica rappresenta la loro opera più celebre e riuscita. Dopo aver visto e rivisto il film di Comencini – interpretato da un Marcello Mastroianni in stato di grazia – mi sono finalmente deciso a prendere in mano il libro e, come prevedibile, non ne sono rimasto deluso… anzi, direi proprio il contrario: questo romanzo, ambientato in una Torino descritta con garbo e humour, riesce ancora oggi ad appassionare il pubblico dei lettori, restando un’opera imprescindibile all’interno della narrativa poliziesca (e non solo) di casa nostra. 
   
Siamo a Torino, all’inizio degli anni Settanta. L'architetto Garrone, un losco personaggio che vive di espedienti, viene assassinato nel suo studio. Il suo cranio è stato fracassato con un singolare oggetto in pietra. I primi ad essere sospettati del delitto sono due amici: Anna Carla Dosio, moglie di un ricco industriale, e Massimo Campi, un giovane omosessuale che trascina fiaccamente una relazione con l’impiegato comunale Lello Riviera. Toccherà al commissario Santamaria, siciliano trapiantato in terra sabauda, condurre un’indagine nel variegato mondo della borghesia torinese, che si rivelerà complessa e assai articolata.

Si tratta di un romanzo ben congegnato, intrigante e sofisticato, che riesce ad essere allo stesso tempo ironico e intelligente. La trama gialla, in realtà, rappresenta un pretesto per condurci attraverso le strade di una Torino nostalgica, in cui la vecchia borghesia continua ad aggrapparsi agli antichi privilegi ed in cui chi sta al di fuori dell’élite – si tratti di gente del popolo o di origine meridionale – viene guardato con un disprezzo non sempre ben dissimulato.    
La rappresentazione della città e dei suoi abitanti è esemplare. Rispetto al film, la “torinesità” dell’impianto emerge con maggior vigore, permeando di sé ogni pagina del racconto e rendendo indimenticabili dialoghi e descrizioni di ambienti e personaggi. È eccellente l’abilità di F & L nell’abbozzare i personaggi della media borghesia, individui gretti, bolsi e segregati nel loro piccolo mondo.
Questo libro è l’ennesima dimostrazione del fatto che anche la letteratura poliziesca può produrre opere di assoluta qualità e che, molto spesso, il giallo rappresenta uno dei migliori strumenti per raccontare la società, le sue evoluzioni e le sue nevrosi.


Consigliato a: coloro che vogliono leggere uno dei romanzi cardine nella storia del mystery italiano ed a chiunque apprezzi quei libri capaci di analizzare i meccanismi sociali con humour e senso critico.


Voto: 8/10




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