martedì 23 luglio 2019

Il confine, Don Winslow



Il confine è la degna conclusione della trilogia che Don Winslow ha iniziato, nel 2005, con Il potere del cane e proseguito successivamente con Il cartello: un’impresa titanica che ha spinto alcuni critici a considerare quest’opera imponente come il “guerra e pace della lotta alla droga”. A differenza dei primi due romanzi, stavolta le implicazioni politiche appaiono più frequenti e rilevanti, con un’analisi della situazione americana che ha parecchi punti di contatto con la realtà (a cominciare dall’aspirante presidente, John Dennison, che è di fatto una fotocopia di Donald Trump).

In questo terzo episodio ritroviamo, ovviamente, Art Keller: uomo tutto d’un pezzo, sempre fedele al suo ideale di giustizia, un poco invecchiato ma tosto al punto giusto. Gli viene chiesto di prendere il comando della DEA, l'agenzia federale antidroga statunitense.
Keller era convinto che la morte di Adàn Barrera avesse determinato la fine dei conflitti, ma si era profondamente sbagliato. Ora, a sfidarsi per prendere le redini di comando,  ci sono “Los Hijos”, la terza generazione. Art si renderà presto conto di essere circondato da nemici temibili tra cui si annoverano – oltre ai narcotrafficanti – anche l’establishment USA, le forze governative e la Casa Bianca. Uno stuolo di personaggi potenti, loschi e crudeli che hanno come obiettivo principale quello di distruggerlo.

Affidandosi alla solita scrittura scorrevole, che tiene il lettore per la gola per oltre 900 pagine, Winslow ci racconta la realtà del narcotraffico, analizzando minuziosamente lo scontro in atto tra i cartelli che spadroneggiano nel territorio messicano, col tacito consenso di un governo che  fa finta di niente.
Si tratta di un libro sconvolgente per la sua lucidità e per la sua attualità. Le problematiche connesse al confine tra Messico e Stati Uniti, il dramma della dipendenza da stupefacenti, lo sfruttamento dei bambini migranti e l’impatto del denaro di dubbia provenienza sul governo sono notizie ormai all’ordine del giorno, che Winslow utilizza come tasselli per supportare la struttura narrativa.
Assistiamo così ad una storia epica fatta di crudeltà e vendetta, di corruzione e ricerca della giustizia, che ci fa capire come il “confine” del titolo non sia solamente una barriera fisica ma anche – e soprattutto – un'insuperabile muraglia morale.
Forse Winslow abbonda un po’ troppo con i personaggi – sono davvero tanti – e si perde, di tanto in tanto, nell’esporre la miriade di storielle parallele che ruotano attorno alla vicenda principale. Ciò non sminuisce però, il grande valore di questo romanzo, capace di penetrare i meandri più nascosti di una società in crisi come quella statunitense e di raccontare un conflitto sanguinoso e cruento che ha fatto molte più vittime di altre guerre ufficialmente riconosciute. 


Consigliato a: coloro che amano le storie ad ampio respiro, capaci di trascendere il genere per assumere una valenza a carattere universale, ed a chiunque si appassioni alle vicende di uomini che lottano fino in fondo per sublimare il proprio ideale di libertà e giustizia.


Voto: 7,5/10


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