sabato 2 gennaio 2021

Se hai bisogno, chiama - Raymond Carver


Partiamo da un'inevitabile premessa: questa raccolta non nasce come progetto dell'autore ma scaturisce dal rinvenimento di alcuni scritti, avvenuto in tempi diversi, da parte di Tess Gallagher, moglie di Carver.
"Se hai bisogno, chiama" raccoglie pertanto una serie di racconti postumi a cui lo scrittore stava lavorando prima della prematura scomparsa (avvenuta nel 1988), ma anche alcune storie pubblicate su piccole riviste all'inizio degli anni Sessanta, talvolta sotto pseudonimo.
Ci troviamo così al cospetto di due Carver diversi ma ugualmente sorprendenti: mentre nelle prime opere prevaleva una sorta di realismo rarefatto, con la maturità l'autore sembra essere approdato ad una diversa concezione narrativa che potremmo definire come realismo visionario. 
In questi racconti, il minimalismo viene portato ai limiti estremi, soprattutto per ciò che concerne la struttura stilistico-formale, che predilige un linguaggio scarno, crudo e asciutto. 
Se si volesse fare a tutti i costi un paragone, non sarebbe del tutto errato accostare questa "sospensione" artistica a quella di Edward Hopper per ciò che concerne la pittura e a Andrej Tarkovskij in ambito cinematografico. 
I temi di queste short-stories sono quelli cari a Carver: solitudine, impotenza, personaggi in difficoltà che cercano di rimettersi in piedi. 
I titoli che fanno parte di questa raccolta sono i seguenti: 

Opere postume:
- Legna da ardere
- Che cosa vi piacerebbe vedere?
- Sogni 
- Vandali 
- Se hai bisogno, chiama 

Opere giovanili:
- Stagioni furiose 
- Il Pelo 
- Gli Aficionados 
- Poseidone e compagni 
- Mele rosso vivo

Sicuramente, le opere della maturità sono maggiormente apprezzabili; al loro interno ritroviamo quasi tutti gli elementi che hanno reso celebre l'autore: il dono della sintesi, la prosa asciutta - quasi ridotta all'osso -, e la capacità di rendere un’immagine attraverso un uso dosato delle parole. 
I racconti giovanili sono indubbiamente interessanti, anche se al loro interno si riscontra la tipica ingenuità dell'esordiente e, forse per un eccesso di sperimentazione, mancano dell'l'immediatezza degli ultimi scritti.
Lo stile di Carver, come sempre, è inimitabile: la chiarezza e la semplicità sono il suo marchio di fabbrica; la sua capacità di raccontare storie di ordinaria normalità - ovvero quelle di minuscole esistenze, di cui riesce ad esaltare gli insignificanti dettagli della quotidianità - è semplicemente unica al mondo.


Consigliato a: coloro che amano i racconti brevi, costruiti con una scrittura asciutta ed essenziale, ed a chiunque sia in grado di apprezzare le storie comuni capaci di acquisire valenza universale.


Voto: 7,5/10


  



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