martedì 12 novembre 2019

Tutti i miei errori, Dennis Lehane


Con questo romanzo si conclude la trilogia della famiglia Coughlin, che Dennis Lehane aveva inaugurato con Quello era l'anno e proseguito con La legge della notte (vincitore di un Edgar Award). Si tratta di tre romanzi fortemente connessi tra loro - anche se ognuno può essere letto autonomamente - ambientati sullo sfondo della turbolenta storia americana tra il primo e il secondo conflitto mondiale.

Siamo nel 1943. Mentre divampa la guerra, la mafia statunitense sta vivendo un momento particolarmente fortunato. L'ex boss Joe Coughlin, diventato consigliere della famiglia Bartolo, gestisce una serie di attività in Florida, a Bo­ston ed a Cuba, facendo da intermediario tra il crimine organizzato e l'alta società. 
Sono passati sette anni dal tragico decesso della moglie Graciela, uccisa in un agguato, e Joe si è rifatto una vita insieme al figlioletto. 
Dietro il successo, però, i fantasmi del passato continuano a premere con insistenza: c'è qualcuno che lo ha preso di mira e vorrebbe vederlo morto. Ed il tempo a disposizione per capire chi si nasconda dietro alle minacce è davvero ridotto all'osso.

Dennis Lehane ha costruito una saga criminale davvero notevole, piena di personaggi ben disegnati e con una trama che non concede un attimo di tregua. Il genere "gangster book" diventa, tra le mani dell'autore, una perfetta metafora del capitalismo sfrenato e ci fa capire in quale spaventoso mostro potrebbe trasformarsi l'economia americana in assenza di freni o regolamentazioni.
La parabola di Joe Couglin dimostra come il potere assoluto, nella realtà dei fatti, sia un colosso dai piedi d'argilla: nel momento in cui qualcuno si trova ai vertici, c'è già qualcun altro che trama nell'ombra per cercare di scalzarlo dal posto di comando. 
I rapporti umani e famigliari vengono scandagliati in profondità, attraverso un percorso che si fa pagina dopo pagina sempre più teso, amaro e crudele. Facendo leva su una scrittura pregevole, capace di sostenere fino in fondo l'evoluzione della trama, Lehane ci regala un libro avvincente e pieno di colpi di scena, che rappresenta un convincente spaccato di un'America lontana nel tempo ma i cui riflessi si riverberano ancora sui giorni nostri.
Un plauso - meritatissimo - va al traduttore italiano, Mirko Zilahy, che è riuscito a restituirci in maniera intatta e precisa la prosa di uno dei più grandi autori del thriller/noir contemporaneo.


Consigliato a: coloro che amano i thriller/noir ben costruiti, storicamente fondati e capaci di tener desta l'attenzione fino alla fine ed a chiunque apprezzi le storie di gangster, specchio segreto di un'America che ormai non c'è più.


Voto: 7,5/10





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