Giampaolo Simi è sempre una sicurezza. Dopo gli eccellenti Cosa resta di noi (Premio Scerbanenco), La ragazza sbagliata e Come una famiglia, l'autore toscano torna con un romanzo che solo in apparenza si distacca dalla precedente produzione letteraria. In realtà anche in quest'ultima opera ritroviamo quelle che sono le sue tematiche predilette: l'ambientazione versiliana, il lavoro di scavo psicologico ma, soprattutto, la capacità di scrutare all'interno della zona d'ombra che ciascuno porta dentro di sé.
Esther Bonarrigo, moglie del celebre imprenditore della ristorazione Daniel, viene barbaramente uccisa nella sua principesca tenuta nei pressi di Lucca. A poche centinaia di metri di distanza viene rinvenuto il cadavere di un ex dipendente, che si presume essere l'amante della donna. Il principale sospettato del delitto è il marito di Esther, che proclama la propria estraneità ai fatti.
Le prove raccolte dagli inquirenti sono però sufficienti per portare l’uomo in giudizio. Toccherà a sei giurati popolari - che affiancheranno i due giudici togati - decidere se l'imputato è colpevole o innocente.
Col susseguirsi delle udienze - ognuna descritta attraverso il punto di vista di un giurato diverso - assisteremo ad un dibattimento che si rivelerà difficile, intenso e pieno di colpi di scena.
I giorni del giudizio, nonostante abbia le sembianze ed i cromosomi del legal thriller, non si limita a raccontare la ricostruzione di un crimine efferato e della sua soluzione giudiziaria. Rappresenta, nella realtà, un affresco della società contemporanea e dei rapporti umani; un'analisi del confronto tra differenti individualità che a poco a poco si metteranno a nudo, facendo emergere una verità che va ben al di là del mero discorso processuale.
Al centro del palcoscenico abbiamo sei cittadini qualsiasi, che per puro caso si sono ritrovati rinchiusi nella stessa stanza a decidere il destino di un altro essere umano; sei personaggi ben caratterizzati che - volutamente - ricalcano lo stereotipo del cittadino medio di oggi: dalla giovane precaria sottopagata all'immigrato nordafricano sfruttato, dall'algida bibliotecaria di indole femminista al pensionato ruvido e incazzoso; dal tecnologico youtuber alla ex modella proprietaria di una boutique. Ognuno dei giurati porta con sè un retroterra di timori, dubbi inespressi, domande insolubili; ciascuna personalità è contraddistinta da un viluppo di vicende in cui si intrecciano luci ed ombre. Tutti i protagonisti sanno che il verdetto finale, col suo corollario di pesanti conseguenze, inciderà non solo sulla vita di Bonarrigo ma anche sul futuro di ciascuno di loro.
Sostenuto da un'ottima scrittura, che non molla la presa nell'arco di oltre cinquecento pagine, I giorni del giudizio è un libro che merita di essere letto; un romanzo dall'incedere processuale ma dalle forti connotazioni noir, che si sviluppa in un crescendo tra indagini e calibrati colpi di scena.
Esther Bonarrigo, moglie del celebre imprenditore della ristorazione Daniel, viene barbaramente uccisa nella sua principesca tenuta nei pressi di Lucca. A poche centinaia di metri di distanza viene rinvenuto il cadavere di un ex dipendente, che si presume essere l'amante della donna. Il principale sospettato del delitto è il marito di Esther, che proclama la propria estraneità ai fatti.
Le prove raccolte dagli inquirenti sono però sufficienti per portare l’uomo in giudizio. Toccherà a sei giurati popolari - che affiancheranno i due giudici togati - decidere se l'imputato è colpevole o innocente.
Col susseguirsi delle udienze - ognuna descritta attraverso il punto di vista di un giurato diverso - assisteremo ad un dibattimento che si rivelerà difficile, intenso e pieno di colpi di scena.
I giorni del giudizio, nonostante abbia le sembianze ed i cromosomi del legal thriller, non si limita a raccontare la ricostruzione di un crimine efferato e della sua soluzione giudiziaria. Rappresenta, nella realtà, un affresco della società contemporanea e dei rapporti umani; un'analisi del confronto tra differenti individualità che a poco a poco si metteranno a nudo, facendo emergere una verità che va ben al di là del mero discorso processuale.
Al centro del palcoscenico abbiamo sei cittadini qualsiasi, che per puro caso si sono ritrovati rinchiusi nella stessa stanza a decidere il destino di un altro essere umano; sei personaggi ben caratterizzati che - volutamente - ricalcano lo stereotipo del cittadino medio di oggi: dalla giovane precaria sottopagata all'immigrato nordafricano sfruttato, dall'algida bibliotecaria di indole femminista al pensionato ruvido e incazzoso; dal tecnologico youtuber alla ex modella proprietaria di una boutique. Ognuno dei giurati porta con sè un retroterra di timori, dubbi inespressi, domande insolubili; ciascuna personalità è contraddistinta da un viluppo di vicende in cui si intrecciano luci ed ombre. Tutti i protagonisti sanno che il verdetto finale, col suo corollario di pesanti conseguenze, inciderà non solo sulla vita di Bonarrigo ma anche sul futuro di ciascuno di loro.
Sostenuto da un'ottima scrittura, che non molla la presa nell'arco di oltre cinquecento pagine, I giorni del giudizio è un libro che merita di essere letto; un romanzo dall'incedere processuale ma dalle forti connotazioni noir, che si sviluppa in un crescendo tra indagini e calibrati colpi di scena.
Consigliato a: coloro che amano il giallo di casa nostra e lo considerano un utile grimaldello per penetrare le evoluzioni della società contemporanea ed a chiunque apprezzi le storie che sanno scavare in profondità nel lato oscuro dei protagonisti.
Voto: 8/10
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