Confesso
che, prima di sfogliare il tomone di Peter Boxall 1001 libri da leggere nella vita. I grandi capolavori della narrativa
mondiale, non avevo idea dell’esistenza di quest’opera: una chiara
dimostrazione del fatto che, ogni tanto, anche le vitepurate liste hanno la loro utilità.
La guerra delle salamandre è
un apologo potente ed incisivo che sarebbe riduttivo confinare nei ranghi della
fantascienza. Lo stesso autore, al momento della scrittura – la metà degli anni
trenta - rifiutò di definirlo come "romanzo utopistico”: la situazione
mondiale era gravissima ed un nuovo tremendo conflitto stava per scatenare
tutta la sua forza distruttrice.
Nei
mari del Sud viene scoperta una particolare specie di anfibi dai tratti umanoidi.
I primi esemplari vengono utilizzati per la pesca delle perle o fatti esibire nei
circhi come fenomeni da baraccone. A poco a poco si scoprirà che questi esseri,
simili a grosse salamandre, hanno un’ottima capacità di apprendimento. Si
cercherà quindi di "civilizzarle", fino a giungere ad un punto di non
ritorno: il loro uso ai fini militari da parte di diverse nazioni.
Questi
esseri, però, acquisiranno presto la coscienza di essere un popolo e dichiareranno
guerra all’umanità in un proliferare di esplosioni e crolli sottomarini. Anche nel
popolo delle salamandre, però, nasceranno divisioni intestine: sarà l’inizio di
un conflitto dal potenziale inarrestabile, in grado di condurre alla
distruzione globale.
Si
tratta di un romanzo acuto ed intelligente, pieno di riferimenti alla realtà
dell'epoca, che riesce nell’intento di raccontare – attraverso un uso eccellente
del genere – un periodo storico cupo e difficile, in cui l’umanità venne a
trovarsi a pochi passi dal baratro.
Con
una scrittura intensa e coinvolgente e attraverso un adeguato uso della satira,
Capek formula un durissimo atto d’accusa
contro la società contemporanea, i nazionalismi in ascesa ed il colonialismo rampante, puntando
il dito contro lo strapotere delle macchine, l’adorazione della scienza e la frenesia
del potere.
Ne
scaturisce un testo che – nonostante il passare degli anni – ha mantenuto
intatta la sua forza persuasiva: un monito ricco di spirito e di ironia, capace
di toccare nel profondo e far riflettere come solo i grandi libri riescono a
fare.
Consigliato
a: coloro che vogliono riscoprire un classico della fantascienza che
costituisce, allo stesso tempo, un atto d’accusa contro una società che coltiva
dentro di sé i germi dell’autodistruzione.
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