giovedì 14 marzo 2019

La guerra delle salamandre, Karel Capek




Confesso che, prima di sfogliare il tomone di Peter Boxall 1001 libri da leggere nella vita. I grandi capolavori della narrativa mondiale, non avevo idea dell’esistenza di quest’opera: una chiara dimostrazione del fatto che, ogni tanto, anche le vitepurate liste hanno la loro utilità.
La guerra delle salamandre è un apologo potente ed incisivo che sarebbe riduttivo confinare nei ranghi della fantascienza. Lo stesso autore, al momento della scrittura – la metà degli anni trenta - rifiutò di definirlo come "romanzo utopistico”: la situazione mondiale era gravissima ed un nuovo tremendo conflitto stava per scatenare tutta la sua forza distruttrice.

Nei mari del Sud viene scoperta una particolare specie di anfibi dai tratti umanoidi. I primi esemplari vengono utilizzati per la pesca delle perle o fatti esibire nei circhi come fenomeni da baraccone. A poco a poco si scoprirà che questi esseri, simili a grosse salamandre, hanno un’ottima capacità di apprendimento. Si cercherà quindi di "civilizzarle", fino a giungere ad un punto di non ritorno: il loro uso ai fini militari da parte di diverse nazioni.
Questi esseri, però, acquisiranno presto la coscienza di essere un popolo e dichiareranno guerra all’umanità in un proliferare di esplosioni e crolli sottomarini. Anche nel popolo delle salamandre, però, nasceranno divisioni intestine: sarà l’inizio di un conflitto dal potenziale inarrestabile, in grado di condurre alla distruzione globale.

Si tratta di un romanzo acuto ed intelligente, pieno di riferimenti alla realtà dell'epoca, che riesce nell’intento di raccontare – attraverso un uso eccellente del genere – un periodo storico cupo e difficile, in cui l’umanità venne a trovarsi a pochi passi dal baratro.
Con una scrittura intensa e coinvolgente e attraverso un adeguato uso della satira, Capek formula un durissimo atto d’accusa contro la società contemporanea, i nazionalismi in ascesa ed il colonialismo rampante, puntando il dito contro lo strapotere delle macchine, l’adorazione della scienza e la frenesia del potere.
Ne scaturisce un testo che – nonostante il passare degli anni – ha mantenuto intatta la sua forza persuasiva: un monito ricco di spirito e di ironia, capace di toccare nel profondo e far riflettere come solo i grandi libri riescono a fare.


Consigliato a: coloro che vogliono riscoprire un classico della fantascienza che costituisce, allo stesso tempo, un atto d’accusa contro una società che coltiva dentro di sé i germi dell’autodistruzione.


Voto: 8/10


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