mercoledì 30 agosto 2017

TBR Settembre 2017 - Mely

Ciao a tutti!!!
Oggi vi racconto cosa vorrei leggere a settembre.
Teoricmente dovrebbe poi iniziare anche la SepTubeAThon e, in verità, vorrei partecipare ma non ne sono ancora del tutto convinta: più che altro sono in dubbio per alcuni punti precisi, per i quali non sono sicura di avere un libro da associare, ma comunque vedremo 😜

Tornando quindi al discorso TBR

Questi sono i libri che ho scelto





1. Lettura di gruppo in "La casa di Gio"
Tra gli autori del mese ho optato per "Anna" di Ammaniti.
Me l'aveva regalato Gio secoli fa e ora sento il richiamo per cominciarlo.




2. One Book A Month
Per settembre la consegna recita
Un libro con qualcosa di viola
Quindi ho scelto "La tredicesima storia" della Setterfield, perché... beh, più viola di così! 😆



3. Questo è "a richiamo"
nel senso che non è inserito in nessun progetto, ma ultimamente mi ronzava sempre attorno e alla fine ho deciso di cedere.









In realtà, spero di riuscire a leggere anche il capitolo conclusivo della trilogia di Nil (e relativo spin-off) e quello dei Libri dell'Inizio (anche se, in quest'ultimo caso, dipende dalla biblioteca...).

Voi avete già pensato a cosa leggerete a settembre?
Fatemi sapere 😊

Alla prossima!

lunedì 28 agosto 2017

L'angolo di Gio: 1Q84 - libro primo, Haruki Murakami




1Q84 – Libro primo, Murakami Haruki

Io e Murakami, purtroppo, non siamo compatibili.
Già qualche anno fa mi ero approcciato a lui con scarsa soddisfazione.
Adesso, parecchio tempo dopo, ho ripetuto l’esperienza... ed il risultato è stato il medesimo: non mi ha convinto per niente.
Probabilmente, prima di esprimere un giudizio definitivo, dovrei completare l’intera trilogia di 1Q84  (per ora ho letto solo il primo libro), però qualche idea me la sono già fatta.

Le due storie parallele – quella della killer in gonnella Aomame e quella del ghost writer Tengo – sarebbero anche apprezzabili, considerato che all’autore giapponese non manca di certo il talento per tenere desta l’attenzione del lettore. Il problema è l'assenza della struttura del romanzo, che si presenta come una casa costruita senza fondamenta. 
Finora ho letto 380 pagine e, se devo dirla tutta, mi pare di aver incontrato il nulla assoluto: uno sviluppo narrativo prolisso, ridondante e del tutto inconcludente.
So benissimo che sono migliaia le persone che adorano Murakami e che lo ritengono meritevole delle più grandi onorificenze letterarie (il Nobel in primis). Purtroppo, al termine di questa prima tranche di 1Q84, non posso assolutamente essere d’accordo. Ho trovato questo brodo surreale, infarcito di ammiccamenti e fastidiose ripetizioni, abbastanza indigesto: uno stanco trascinarsi di vicende strampalate in cui l’autore, evidentemente a corto di idee, ha cercato di salvare “capra e cavoli” facendo leva su una suspense dilatata all’infinito ma del tutto inadeguata nel portare a risultati concreti. 
Dopo i primi capitoli, in cui è interessante notare i punti di contatto tra la vicenda di Aomame e quella di Tengo, il gioco di specchi mostra la corda e diventa profondamente irritante: alla fine ci si chiede dove Murakami volesse andare a parare (ma, da quanto ho capito, anche coloro che hanno letto l’intera trilogia non hanno risolto l’enigma).
In futuro mi dedicherò al Libro Secondo, sperando in uno sviluppo del plot che conduca al di fuori di questo magazzino di scatole cinesi (pardon, giapponesi) che lo scrittore ha predisposto per noi.
Per il momento, rimango fermo sulla mia posizione iniziale e continuo a stupirmi per tutto lo spazio dato a Murakami – visto che le librerie traboccano delle sue opere – mentre  scrittori come Mo Yan, Nagib Mahfuz o Halldòr Laxness, che hanno meritatamente vinto l’ambito Nobel, vengono spesso relegati negli scaffali più nascosti.


Consigliato a: coloro che amano Murakami.



Voto: rimandato a dopo la lettura del libro secondo



domenica 27 agosto 2017

Ma... a LUGLIO??? - di vacanze, acquisti e letture

Buongiorno!!!
Eccomi ancora qui xD
Oggi vi racconto brevemente tutto quello che ho combinato a LUGLIO 😎😎

Sintesi:
sono stata in vacanza + c'erano sfide in corso
=
ho letto un sacco di libri e ne ho comprati pochi


Per quanto riguarda le entrate del mese, sono solo quattro:
- Frantumi
graphic novel, regalatami da Gio
- i-Boy
unico libro comprato in questo mese
- Les maîtres des livres (vol. 1 e 2)
una serie manga che parla di libri e biblioteche
purtroppo in Italia non esiste, quindi l'ho presa in francese

Tornando invece alle letture, come dicevo ci sono state delle challenge
(DIY Summer Reading Challenge 2017 e BookTubeAThone 2017)
e questo mi ha portata a leggere molto
(e ad abbandonare un po' di libri, come sempre... 😅)

Libri abbandonati
Una solitudine troppo rumorosa
Lavoro a mano armata
Due Verticale
Narciso e Boccadoro
Schiava di Picasso
Tutto il ferro della torre Eiffel

Questi li ho lasciati perché li ho trovati troppo lenti e confusionari per i miei gusti; inoltre ho messo in pausa Multiversum-Utopia, che ho intenzione di riprendere più avanti.

Letture terminate
Mercurio
Causa di forza maggiore
In questi libri, la Nothomb racconta le storie di due personaggi (un'infermiera nel primo, un uomo nel secondo) che si ritrovano invischiati in situazioni particolari da gestire con cautela.
Per quanto le trame siano interessanti, è sempre lo stile dell'autrice a fare da padrone e mantenere il lettore incollato al libro.

i-Boy
Per parlarvi di questo libro preferisco lasciarvi la recensione fatta su RF, in cui riesco a spiegare meglio di cosa tratta.

Il leone, la strega e l'armadio
Il cavallo e il ragazzo
Questi libri sono rispettivamente il secondo ed il terzo volume delle Cronache di Narnia.
Il primo è abbastanza famoso, in quanto il primo viaggio dei quattro fratelli ha raggiunto il grande schermo; il secondo invece ha come protagonista un giovane, cresciuto da un pescatore, che una sera scappa insieme ad un cavallo parlante e scopre chi è veramente.

L'appuntamento
Il thriller non è un genere che amo, solitamente me ne tengo alla larga... ma devo dire che questo brevissimo libro mi è piaciuto molto: un uomo e una donna sono fuori a cena e dalla loro conversazione escono tantissimi colpi di scena incredibili, che hanno poi dei risvolti sulle loro vite.
Epica la scena conclusiva, in cui quasi mi veniva da battere le mani.

La macchina da scrivere
Si tratta di una raccolta di racconti, di vario genere, che hanno come fulcro la presenza di un elemento riconducibile ad una macchina da scrivere (autori che muoiono, mogli che scrivono libri, persone che si conoscono tramite una rubrica sul giornale, ecc...).
Una lettura piacevole e non impegnativa.

Danza sulla mia tomba
Un ragazzo viene arrestato mentre eseguiva strani movimenti in un cimitero.
Il libro si presenta come quaderno degli appunti dell'Assistente Sociale che segue il giovane e riporta tutta la storia dello stesso, della sua amicizia con un ragazzo, le loro avventure, e così via.
Certo non il miglior libro dell'autore, del quale ho preferito Muoio dalla voglia di conoscerti, a comunque abbastanza carino.

Un calcio in bocca fa miracoli
Avevo sentito molti pareri positivi, su questo libro.
Da come se ne parlava mi aspettavo di trovarmi a ridere fino alle lacrime...
Simpatico lo è di certo, ma personalmente non l'ho trovato così tanto divertente.
In sostanza, il protagonista è un anziano signore che ci racconta la sua vita in due strade parallele: la prima è quella per così dire "personale", quindi le amicizie e gli affetti, la seconda invece si focalizza sulla missione del suo amico - far fidanzare due ragazzi - alla quale prenderà parte in modo quasi obbligato.

Aristotele e Dante scoprono i segreti dell'Universo
Questa storia è abbastanza conosciuta, anche se non sapevo bene cosa aspettarmi esattamente. Tuttavia mi ha piacevolmente sorpresa.
Ari ha una famiglia incasinata, Dante sembra avere la famiglia perfetta.
I due si conoscono in piscina in un pomeriggio d'estate e da lì crescerà un rapporto che li farà crescere sia dal punto di vista personale che da quello emotivo e affettivo.

Il condominio di Via della Notte
Non so raccontarvi bene questo libro, ma posso dirvi che mi è sembrato una sorta di "1984" dei giorni nostri.

Il velo dipinto
Per questo testo ho sentito solo pareri positivissimi.
Personalmente l'ho apprezzato, sì, ma da come ne parlavano mi aspettavo qualcosa di più.
In pochissime parole si tratta di un tradimento che viene scoperto e "mercanteggiato". La scrittura è molto scorrevole e i capitoli sono brevi, rendendo la lettura molto veloce e piacevole.

Marinai perduti
Izzo è Izzo... come sempre i suoi personaggi sono "disperati".
In questo romanzo, i protagonisti sono dei marinai la cui imbarcazione è ferma al porto e non si sa se e quando potrà riprendere il largo. Gran parte dell'equipaggio ha deciso di andarsene alla prima occasione possibile, mentre alcuni sono rimasti e passano le giornate raccontando le loro storie, che si intrecceranno alle vite presenti.

Genesi
Prequel della trilogia dei Canti delle Terre Divise, ci mostra un futuro mondo distopico in cui viene creata una sorta di prigione ispirata all'Inferno di Dante.
Tutto ruota attorno ad un libro...

Adesso
Ok, ho capito: la Gamberale ha delle idee non male ma non mi piace come le mette giù.
In questo caso ci troviamo davanti due famiglie che si disfano, vite che si intrecciano e ragionamenti abbastanza sensati sui rapporti con le persone.
Tuttavia, sembra anche una specie di pubblicità per i suoi libri...


Per oggi è tutto...
Altri cambiamenti stanno arrivando (prima o poi troverò la strada giusta per la soddisfazione)...
E ci becchiamo alla prossima!

CIAO!

giovedì 24 agosto 2017

L'angolo di Gio: Colibrì, Kati Hiekkapelto




Colibrì, Kati Hiekkapelto

Come ben sappiamo, il thriller scandinavo rappresenta una delle realtà più sorprendenti all'interno del panorama internazionale. Nel corso degli anni abbiamo fatto la conoscenza di autori svedesi, norvegesi, danesi ed islandesi che sono diventati dei veri e propri beniamini del pubblico: basti a pensare a Stieg Larsson, Jo Nesbø o Jussi Adler-Olsen, per fare tre nomi a caso. In questa baraonda di scrittori, pronti ad accaparrarsi una buona fetta del mercato editoriale, il giallo/noir finlandese mancava però all'appello…
A sopperire a questa mancanza è arrivata Kati Hiekkapelto.

“Colibrì” è il primo volume di una trilogia imperniata sul personaggio di Anna Fekete, una giovane e meticolosa detective di origine ungaro-serba che svolge le sue indagini in una località costiera della Finlandia. La nostra protagonista dovrà sudare le proverbiali sette camicie per risolvere una serie di misteriosi delitti, accomunati dal ritrovamento su ogni cadavere di un ciondolo raffigurante una divinità azteca. Perché il Colibrì – lo spietato serial killer che sta mietendo vittime nella tranquilla cittadina – va fermato a tutti i costi!

Si tratta di un romanzo che, pur non essendo memorabile, si legge tutto d'un fiato. La trama è ben strutturata, con colpi di scena calibrati; le procedure poliziesche sono descritte in maniera accurata. I personaggi sono realistici, con i loro pregi ed i loro difetti messi in bella vista, e ci si appassiona alle loro vicende personali che si fondono armoniosamente all'architettura della trama poliziesca. Una nota di merito, in particolare, va all'attenta descrizione dei problemi dell'immigrazione: argomento su cui la Hiekkapelto è sicuramente competente, avendo insegnato a lungo agli stranieri dopo aver vissuto nella regione ungherese della Serbia.
In sostanza, abbiamo a che fare con un libro che – pur non aggiungendo granché allo scenario del thriller nordico - si lascia leggere con piacere, facendoci prendere confidenza con una nazione come quella finlandese, troppo spesso dimenticata all'interno del ribollente calderone del giallo europeo.


Consigliato a: chi ama i gialli scandinavi e a tutti coloro che vogliono fare la conoscenza di una nuova autrice, dotata di buona scrittura e capacità di intrattenere il pubblico in maniera semplice ma efficace.


Voto: 7/10

martedì 22 agosto 2017

L'angolo di Gio: Diario di bordo di uno scrittore, Bjorn Larsson




Diario di bordo di uno scrittore, Bjorn Larsson

Interessante, questo libro!
Per festeggiare il trentennale di Iperborea, Bjorn Larsson ha scritto questo saggio in cui ci illustra l’arte dello scrittore in maniera concisa ma esauriente. 

Attraverso una serie di capitoli – ognuno dedicato ad una delle sue opere – l'autore svedese ci racconta il percorso attraverso cui è diventato romanziere. 
Le vicende relative alla genesi dei romanzi si mescolano con le sue esperienze personali, fornendoci un affresco della sua carriera: una sorta di “diario di bordo”, come recita il titolo, che ci aiuta a comprendere che cosa sia celato dietro l'arte della parola.
Il percorso di crescita risulta accattivante e ricco di pathos anche per coloro che, come il sottoscritto, non hanno ancora letto le opere del narratore scandinavo. Anzi, il modo in cui si esprime – diretto, comunicativo, pieno di passione – spinge i profani a procurarsi i suoi romanzi, al fine di conoscere veramente questo scrittore (ovviamente, anch'io mi sono convinto: partirò da “La vera storia del pirata di Long John Silver”, ma anche “L’occhio del male” e “Il segreto di Inga” stuzzicano parecchio la mia curiosità di divoratore di libri). 

Un esperimento davvero interessante, quello di mettersi a nudo davanti ai lettori. Ci si ritrova a seguire con partecipazione la storia del ragazzo che, a poco a poco, scopre l’amore per i libri e per la scrittura; rimaniamo al suo fianco mentre ripercorre dal principio la storia della sua vita di scrittore, originale e  poliedrico, costantemente attento al mondo circostante; assistiamo ad un’evoluzione del suo talento letterario, in cui la sperimentazione si associa alla classicità e lo sguardo alla contemporaneità si innesta su un retroterra culturale di tutto rispetto.
Con uno stile diretto e colloquiale, come se si stesse riferendo ad un amico, veniamo così trasportati nel meraviglioso mondo di Bjorn Larsson. Ed è davvero piacevole seguirlo attraverso la strada che ha percorso negli anni: ricca di svolte e cambiamenti di rotta (per usare un termine nautico, a lui molto caro), di cui ci ha reso strettamente partecipi.        


Consigliato a: coloro che vogliono fare la conoscenza di uno dei più talentuosi ed originali narratori svedesi, uno scrittore capace di mettersi in discussione romanzo dopo romanzo.


Voto: 7/10

giovedì 17 agosto 2017

L'angolo di Gio: Corruzione, Don Winslow



Corruzione, Don Winslow

Dopo lo strepitoso successo della saga di Art Keller – il protagonista dei romanzi "Il potere del cane" e "Il cartello" - Don Winslow torna con un nuovo poderoso affresco sulla criminalità contemporanea, ambientando la sua storia nella Grande Mela.

Assistiamo così alle gesta del sergente Denny Malone, uno sbirro di origine irlandese, corrotto e spregiudicato, che si è ritagliato un posto di primo piano nell'organigramma della polizia. 
Il nostro protagonista è considerato una sorta di intoccabile, libero di muoversi e di agire a proprio piacimento, perché a New York chiunque potrebbe finire dietro le sbarre:  il sindaco, il presidente degli Stati Uniti, persino il Papa… ma non l'eroe-poliziotto Dennis Malone. Il destino, però, ha in serbo delle brutte sorprese per lui ed i suoi colleghi che compongono l'unità del NYPD.

Tematiche già affrontate più volte dal cinema ("Serpico" e "Il cattivo tenente") e dalle fiction TV ("The Shield") vengono riprese da Winslow e rielaborate con la consueta abilità. Nella fogna a cielo aperto rappresentata dalla metropoli americana, il protagonista sguazza a suo piacimento, muovendosi in un ambiente in cui la corruzione dilaga, i traffici illeciti prosperano e le discriminazioni razziali hanno lo stesso potenziale di una bomba pronta ad esplodere.

Il politically correct in questo caso non esiste, perché abbiamo a che fare con personaggi che agiscono contro le regole e piegano la realtà circostante alle loro finalità più egoistiche. Al di là di tutto, Malone ed i suoi colleghi sono capaci di trasmettere un incredibile senso di empatia: nonostante le malefatte e l'agire spregiudicato, totalmente al di fuori della legge, il lettore si sente portato a fare il tifo per loro. Forse perché, nella cornice Newyorchese cruda ed infernale che viene descritta nelle oltre 500 pagine del libro, esistono cattivi che sono peggio – molto peggio – di Malone e dei suoi uomini.

Con una scrittura fredda e diretta, priva di fronzoli, Winslow ci regala una vicenda dura e piena di violenza, ricca di pathos e tensione, in cui la speranza si scioglie giorno dopo giorno come neve al sole. 

L'autore riesce a descrivere con precisione uno spaccato della criminalità americana di questo ventunesimo secolo, in cui la lotta per il denaro e per il potere continuano a segnare il destino di interi gruppi sociali: pedine coinvolte in un gioco più grande di loro.


Consigliato: a coloro che amano i thriller/noir potenti, politicamente scorretti e ricchi di tensione dall'inizio alla fine.



Voto: 7,5/10    



martedì 15 agosto 2017

L'angolo di Gio: Le quattro casalinghe di Tokyo, Natsuo Kirino




Le quattro casalinghe di Tokyo, Natsuo Kirino

Questa è la storia di quattro donne, profondamente diverse l'una dall'altra, ma comunque accomunate da un'esistenza piatta e priva di slanci che si estrinseca quotidianamente in un lavoro umile e "sporco".
Quando perde la pazienza e strangola il marito, la dolce e graziosa Yayoi deve chiedere aiuto per far scomparire il cadavere: le tre colleghe le forniranno assistenza completa, facendo a pezzi il corpo al fine di procedere al suo completo occultamento.  

È evidente che ci troviamo al cospetto di un noir atipico, che si discosta profondamente da quelli proposti dall'editoria dominante. L'incipit sembra quello di un classico del genere, ma presto la storia si allontana dagli schemi e diventa sempre più originale e spiazzante. A poco a poco ci addentriamo nei territori del pulp, con un'audacia ed una violenza da far invidia a Quentin Tarantino.
Il filo conduttore della vicenda sembra essere quello della rabbia repressa, pronta a deflagrare come una bomba inesplosa: nelle azioni di Yayoi e delle sue amiche scopriamo, infatti, tutto il risentimento e lo spirito di contestazione nei confronti del sistema, col suo corollario di formalità sociali e di apparenze. 
La descrizione delle protagoniste, che appaiono così ordinarie nella loro quotidianità, entra ben presto in conflitto con lo svolgimento dei fatti: probabilmente è l'evidenza di questo contrasto a dare originalità e sostanza allo svolgimento della trama.

Il romanzo, lungo 650 pagine, scorre abbastanza rapidamente. 
La scrittura è elegante senza essere ricercata e riesce ad esprimere in maniera convincente sia gli eventi che gli stati d'animo dei personaggi.
Forse, però, il plot si dilunga eccessivamente in alcune descrizioni: uno sfoltimento di un centinaio di pagine non avrebbe affatto nuociuto all'impianto generale. Peccato che la conclusione della vicenda sia del tutto improbabile e, di conseguenza, deluda un pochino il lettore che era stato tenuto al laccio fino a quel momento.

Consigliato a: coloro che vogliono fare la conoscenza di un'autrice originale, completamente fuori dagli schemi, ed a chiunque voglia entrare in contatto con la letteratura del Sol levante.

Voto: 6,5/10

giovedì 10 agosto 2017

L'angolo di Gio: Uno zaino, un orso e otto casse di vodka, Lev Golinkin




Uno zaino, un orso e otto casse di vodka, Lev Golinkin

Questo libro racconta la storia di due viaggi: fisico il primo, interiore il secondo. Due itinerari che si intersecano e si completano a vicenda nel corso della narrazione.
Da un lato assistiamo alla fuga di una famiglia ebrea – quella dell’autore – dall'ex Unione Sovietica; dall'altra ripercorriamo le vicende di un giovane uomo (lo stesso Golinkin) che cerca di rimettere insieme i frammenti del proprio passato. 

Negli ultimi anni della Guerra Fredda, l'autore e la sua famiglia decisero di abbandonare il grande ed opprimente stato moloch, in cui le persecuzioni nei confronti degli ebrei erano all'ordine del giorno. Non possedevano altro che alcune valigie (due per persona), pochi spiccioli, qualche cassa di vodka e la promessa di aiuto per espatriare.
Anni dopo, l'ormai cittadino americano Golinkin comincia un viaggio a ritroso nel tempo, alla ricerca di quelle persone che fornirono un concreto aiuto a lui ed ai suoi famigliari, impegnandosi in prima persona per donare loro il bene inestimabile della  libertà. 

La costruzione del proprio futuro attraverso lo studio e la comprensione del passato: questo è il tema di fondo di questo romanzo, basato su fatti reali così come sono rimasti impressi nei ricordi dell’autore. Con ironia e delicatezza, Golinkin ci guida nei meandri di un racconto emozionante e coinvolgente, in cui assistiamo alla fuga disperata di una famiglia, vista con gli occhi di un bambino ebreo di nove anni.
Nel procedere del racconto passiamo così dall'URSS delle parate, della scuola militarizzata e dell'antisemitismo, ad un'America che rappresenta un territorio nuovo ed inesplorato. 

Il racconto delle vicissitudini di Lev e dei suoi famigliari viene descritto con tono lieve, quasi fiabesco. L'abilità dell'autore nell'utilizzare un linguaggio semplice ed essenziale, talvolta persino divertente, è uno degli aspetti più importanti dell'opera: quello in grado di trasformare una dolorosa e tragica vicenda di vita vissuta in un romanzo appassionante, molto spesso emozionante.
Unica pecca: la parte in cui viene descritta la fuga del protagonista e dei suoi cari risulta molto più riuscita ed avvincente rispetto a quella in cui l’autore, ormai adulto, si abbandona al fiume inarrestabile delle sue riflessioni. Si tratta, comunque, di un difetto trascurabile per un libro che, per la sua forza espressiva ed il suo sostrato storico, merita sicuramente di essere letto.


Consigliato a: coloro che amano le storie vere e a chiunque voglia lanciare uno sguardo sulle vicende delle famiglie ebree che decisero di abbandonare l’URSS in fase di disgregamento.


Voto: 7/10

martedì 8 agosto 2017

L'angolo di Gio: La ragazza sbagliata, Giampaolo Simi




La ragazza sbagliata, Giampaolo Simi

Danilo Corbo è un giornalista caduto in disgrazia. Stanco e disilluso, si ritrova ad indagare su un delitto di ventitré anni prima: il brutale omicidio di Irene Calamai, una diciottenne barbaramente uccisa e per cui era stata incolpata Nora Beckford, figlia di un celebre scultore inglese trapiantato in Toscana. 
Il cronista si inoltra così lungo una serie di piste, all'epoca trascurate dagli inquirenti, riaprendo di fatto una vicenda che pareva ormai sepolta nelle sabbie del tempo.
Giampaolo Simi, dopo l'ottimo “Cosa resta di noi” (trionfatore allo Scerbanenco 2015), torna con un nuovo ambizioso romanzo. La trama gialla non è fine a se stessa: oltre ad essere il supporto ideale per una storia ricca di pathos e tensione, rappresenta un valido strumento per raccontare l'Italia dei misteri e delle stragi (ad esempio, la notte dei Georgofili a Firenze).

Il plot, realistico ed avvincente, è nobilitato dalla presenza di personaggi davvero ben costruiti, che si muovono in un'ambientazione accattivante come quella della Versilia: un luogo che è il palcoscenico per i ricchi esponenti del jet set ma, allo stesso tempo, rappresenta lo sfondo ideale per le oscure trame che affondano le radici in un passato neanche troppo lontano.
Presente e passato vengono intrecciati dall'autore in maniera equilibrata, alimentando una suspense basata su meccanismi psicologici piuttosto che su accadimenti ad effetto: questo è indubbiamente uno dei punti di forza del romanzo. 
Alla fine dei conti, possiamo sostenere che si tratti di un'opera avvincente, sorretta da una scrittura fluida e priva di fronzoli, che può essere apprezzata sia dagli amanti del genere sia da coloro che amano le storie con un'ottima caratterizzazione dei personaggi.


Consigliato a: coloro che amano i gialli psicologici, supportati da una trama ben congegnata, con una descrizione realistica di ambientazioni e personaggi.


Voto: 7,5/10