Dopo essersi fatto conoscere in Fa troppo freddo per morire, Contrera - l'ex poliziotto ormai riciclatosi come detective privato e che ha il suo ufficio in una lavanderia a gettoni - torna in questo secondo romanzo che non delude affatto le aspettative.
Christian Frascella appare come una mosca bianca nel panorama degli scrittori contemporanei italiani; mentre i colleghi insistono nel proporre i classici commissari o ispettori, solidamente inquadrati e rispettosi dell'ordine, il suo protagonista è di tutt'altra pasta: un uomo dall'esistenza sgangherata, insensibile al rispetto delle regole, che rievoca più i grandi dell'hard-boiled (un sottogenere che - se si eccettuano i validi esempi di Carlotto e di Dazieri - in Italia è stato abbastanza trascurato) piuttosto che i questurini di casa nostra.
Questa volta, il nostro (anti)eroe si trova alle prese con ben tre casi, uno più scottante dell'altro. In primis, deve rintracciare l'affascinante Catherine Rovelli: una ragazza italo-americana conosciuta ad una festa, che dopo aver investito uno spacciatore è scomparsa nel nulla. In secondo luogo, deve trovare Long Lai, un ristoratore cinese scappato di casa e sottrattosi ai doveri famigliari. Infine, ha l'arduo compito di occuparsi di uno stalker che ha preso di mira l'ex moglie e l'ex figlia: evento che lo costringerà, per qualche tempo, a far ritorno al domicilio coniugale (con tutte le implicazioni, più o meno comiche, del caso).
La trama, come avrete capito, è raccontata attraverso diversi piani paralleli che talvolta si accostano fino ad arrivare a intersecarsi. La parte noir divide adeguatamente lo spazio con le vicende umane del povero Contrera, costantemente sul filo del rasoio di un'esistenza disordinata.
Rispetto al romanzo precedente, Frascella affina maggiormente le doti di sarcasmo ed ironia del suo personaggio; i dialoghi sono scoppiettanti e la battuta sulle labbra del detective è più pronta di un meccanismo ad orologeria.
Lo svolgimento delle indagini è adrenalinico e riesce a contemperare l'ironia con amarezza, l'umorismo con lo sconforto.
La Barriera di Milano, colorata e multietnica zona della Torino contemporanea, è il teatro ideale in cui ambientare la vicenda: un territorio in "ebollizione", pieno di problematiche socio-economiche mai risolte, in cui le organizzazioni criminali italiane si scontrano apertamente con quelle d’importazione.
Consigliato a: coloro che amano i "personaggi contro", ostili ad ogni regola ma capaci di farsi amare dal lettore (che, al tempo stesso, vorrebbe prenderli a calci nel sedere!), e a chiunque apprezzi le storie avvincenti sorrette da un ottimo senso del ritmo e da una buona dose di ironia.
Voto: 7,5/10
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