mercoledì 15 luglio 2020

Quella sera dorata, Peter Cameron




Partiamo dal titolo...
Credo sia necessaria una bella tirata d'orecchie ai traduttori italiani. Quella sera dorata non mi pare un granché: fa immediatamente pensare a un romanzo rosa di Barbara Cartland e può risultare fuorviante a coloro che si accostano a Cameron per la prima volta. Decisamente meglio il titolo originale, The city of your final destination, sicuramente più adatto e calzante. 
Questa è la seconda opera di questo scrittore con cui mi confronto (dopo Un giorno questo dolore ti sarà utile) e, se devo dirla tutta, perdura la mia incertezza, eternamente sospesa tra luci ed ombre.
Ma partiamo, come al solito, da un breve accenno della trama. 

Omar Razaghi è uno studente di origini iraniane, laureatosi presso l'Università del Colorado, che ottiene una borsa di studio finalizzata alla scrittura della biografia dello scrittore Jules Gund. Quando però chiede l'autorizzazione ai famigliari di Gund - il fratello, la compagna e l'ex moglie - gli viene repentinamente negata. Sollecitato dalla fidanzata Deirdre, Omar decide di partire per l'Uruguay, il paese dell'autore, per incontrare i suoi eredi e cercare di convincerli ad autorizzare la biografia. Ben presto si ritroverà coinvolto in intrighi famigliari, momenti di eccentricità e, persino in un'imprevista relazione sentimentale. 

Si tratta di un libro che si dedica all'esplorazione di due concetti attinenti ma non sempre compatibili: quello di casa e quello di amore. Romanzo ricco di dialoghi, costruito su personaggi le cui esistenze vengono modificate da una serie di eventi imprevedibili, risulta godibile proprio per il fascino della "lentezza": l'autore, come noto, predilige ritmi piuttosto dilatati e le descrizioni a tinte tenui.
L'ambientazione sudamericana, però, è lontana anni luce dalle leggendarie sfumature del realismo magico. Quello descritto da Cameron è più una sorta di Sud America "immaginato", reinventato da un uomo del Nord che lo ritrae con tutte le sue particolarità e i suoi luoghi comuni: la casa dei Gund, inserita in un contesto bucolico quasi ottocentesco, ne è la prova più evidente.
La prima parte di Quella sera dorata è decisamente ben riuscita, con il giusto equilibrio tra lo svolgersi degli eventi e l'efficace caratterizzazione dei personaggi. Peccato che, dopo il giro di boa, la storia si perda un po' per strada: l'autore la tira un po' con le lunghe, rischiando di diventare ripetitivo, ed i dialoghi che vorrebbero essere brillanti appaiono un po'scontati.


Consigliato a: coloro che apprezzano i romanzi della tipologia "ritratto di famiglia" ed a chiunque ami lasciarsi trasportare dai libri che narrano l'imprevedibilità degli eventi e delle situazioni.


Voto: 6,5/10 


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