mercoledì 29 luglio 2020

Giorni di battaglia, Paco Ignacio Taibo II



Giorni di battaglia è il primo libro di Paco Ignacio Taibo II in cui compare la figura del detective privato Héctor Belascoarán Shayne: un ex ingegnere messicano, di padre basco e madre irlandese, che un bel giorno decide di mollare moglie ed impiego, affittare un ufficio (in condivisione con un idraulico) e iniziare da zero una nuova vita. 
Dopo aver conseguito per corrispondenza la licenza di "occhio privato", il nostro protagonista sceglie di schierarsi dalla parte dei più deboli e degli oppressi. Il suo primo caso, infatti, ha a che fare con uno strangolatore di donne che firma i suoi omicidi con l'enigmatico nome di Il cervelo

"Ogni città ha il detective che si merita"
E così, nella Città del Messico dei primi anni '70, facciamo la conoscenza di questo detective malinconico e disincantato, che molto deve ai classici dell hard-boiled, ma che si differenzia dai predecessori per gli ideali socialisti e la filosofia esistenzialista
Giorni di battaglia è un noir potente e suggestivo, permeato da una forte carica politica, ma che si mostra brutalmente e meravigliosamente onesto nel ritrarre il Messico tra la fine degli anni sessanta e l'inizio dei settanta, senza disdegnare - quando occorre - le giuste dosi di lirismo e tenerezza. 
La trama è solida: l'indagine condotta da Shayne si fonde alla perfezione con lo sfondo storico sociale di un'epoca difficile, in cui convivono industrializzazione forzata, dittatura e rivolte studentesche represse nel sangue.   
I personaggi di contorno che ruotano attorno alla figura di Héctor sono molto particolari; meritano una citazione l'idraulico con cui divide l'ufficio e la misteriosa ragazza con la coda di cavallo, che appare e scompare come una figura fantastica. 

Arrivato a questo punto, mi sembra doveroso citare il confronto finale tra il detective e l'assassino: un brano che dice molto sulle intenzioni dell'autore di fuoruscire dall'angusto perimetro della letteratura di genere per toccare territori che hanno a che vedere con la critica politica e sociale. 
"Bene, dice l'aristocratico killer, ho ucciso undici volte. In questo stesso intervallo di tempo, lo Stato ha massacrato centinaia di contadini, decine di messicani sono morti in incidenti, nelle risse o di fame o di freddo, di malattie curabili. Dove sta allora lo strangolatore?". "Il Grande Strangolatore è il sistema", risponde Belascoaràn.
Purtroppo, la serie incentrata su Héctor Belascoarán Shayne risulta di difficile reperibilità: l'editore Marco Tropea è fallito qualche annetto fa e nessun altro si è preso la briga di ripubblicare i romanzi già usciti. Sperando che prima o poi si faccia avanti qualcuno, vi consiglio di setacciare i mercatini dell'usato: potreste essere fortunati e reperire almeno qualche episodio della serie (che merita... a prescindere!) 


Consigliato a: coloro che amano il noir con forti risvolti politici e sociali e a chiunque apprezzi i personaggi "contro": cani sciolti affamati di giustizia e capaci di far la guerra a tutto il mondo... o quasi. 


Voto: 7,5/10




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