martedì 21 gennaio 2020

Il treno dei bambini, Viola Ardone


Con l’anno nuovo tornano le nostre recensioni di coppia (dite la verità… le attendevate con profonda trepidazione!)
Questa volta ci siamo dedicati ad uno dei libri del momento, Il treno dei bambini di Viola Ardone: un romanzo che racconta una pagina poco nota della nostra storia ma comunque meritevole di attenzione.
Si accettano scommesse: questa volta il giudizio sarà unanime… o, come al solito, prevarrà il dissenso?
Continuate a leggere per scoprirlo!

TRAMA
Amerigo è un ragazzino napoletano di sette anni che un bel giorno sale su un treno, insieme ad altri bambini del mezzogiorno, per trascorrere alcuni mesi presso una famiglia del Nord.
Siamo nel secondo dopoguerra ed il PCI, per strappare i piccoli dalla miseria e dare loro la possibilità di una vita migliore, ha ideato una brillante iniziativa: far transitare i ragazzi presso famiglie benestanti che si occuperanno del loro sostentamento. 
Assistiamo così alla storia di una separazione, in un paese che si sta pian piano rialzando  in piedi dopo un tragico conflitto, che rappresenterà per Amerigo l’inizio di una nuova vita..

GIO
Ho particolarmente apprezzato questo romanzo di formazione, narrato con affetto ed ironia, che narra la vicenda di un bambino costretto ad una scelta dolorosa a causa delle difficoltà economiche. Il racconto di un’altra Italia, lontana nel tempo ma ancora viva ed incandescente nel flusso dei ricordi, è esemplare per descrivere – attraverso piccole storie individuali – la rinascita di una nazione che, dopo essere stata sull'orlo del precipizio, sta ricominciando a vivere. 
Il linguaggio mi è parso schietto e genuino, accompagnato dalla cadenza partenopea e da quella visione del mondo fresca ed innocente che è tipica dell'età infantile.
Ho trovato molto piacevole la prima parte, mentre la seconda – quella che conclude l’opera – mi è sembrata un po’ meno entusiasmante.
Si tratta di un libro di cui consiglio la lettura: sia per la sua capacità di raccontare un dramma senza sprofondare nelle sabbie mobili del sentimentalismo; sia per la vena ironica che riesce a coniugarsi perfettamente con alcune lacrime di commozione.

Voto: 7,5/10

MELY
Non so nemmeno come parlare di questo libro, ma forse posso rendere l'idea così: ho già il primo candidato per la Top10 del 2020! 😍
La storia è coinvolgente e mi è piaciuta moltissimo, i personaggi mi sono sembrati ben caratterizzati e la scrittura è da brivido (letteralmente e positivamente, soprattutto sul finale): penso di aver provato tutto lo spettro di emozioni possibili e per me non è cosa da poco, considerato che è questo che cerco nelle letture e che, più che i dettagli della trama, mi resta nel tempo.
Mentre Gio si dilettava sul cartaceo io ascoltavo l'audiolibro presente su Audible, perciò mi sento in dovere di dire che anche il narratore - Fabio Zulli - ha svolto bene la sua parte: è capitato più di una volta che Gio provasse a parlarmi e io subito lo interrompessi dicendo "zitto che sto ascoltando il libro e sono in un momento così!" 😅
Insomma, all'inizio non ero molto convinta di volerlo leggere... adesso invece dico MENO MALE CHE L'HO FATTO!!! Altrimenti mi sarei persa un libro davvero meraviglioso.


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