Confesso che, prima di leggere questo libro, poco o niente sapevo delle opere con protagonista il Commissario Soneri (salvo il fatto che avevano ispirato una nota fiction tv interpretata da Luca Barbareschi).
Avevo però sentito, più di una volta, paragoni che indicavano Valerio Varesi come una sorta di "Simenon della Bassa Padana", e quindi interprete di un romanzo sociale molto vicino al noir francese; l'uscita di Gli invisibili nella nuova collana del Giallo Mondadori mi ha quindi spinto a tentare l'approccio (tardivo, ma questo è un mea culpa) con questa icona del poliziesco di casa nostra.
Alla fine dei conti, devo dire di essere rimasto soddisfatto della scelta e di aver fatto la conoscenza di un personaggio dalle sfumature malinconiche che - alla stregua di Maigret - è artefice di un'analisi quasi entomologica sulle umane passioni. Vedrò di recuperare un po' alla volta anche i libri precedenti... anche se la serie è particolarmente numerosa (questo è il quindicesimo volume con Soneri protagonista).
Partiamo, come di consueto, da un breve sunto della trama...
Soneri deve chiudere definitivamente il caso di un cadavere ripescato nel Po tre anni prima. La polizia, all'epoca dei fatti, non era stata in grado di capire se si trattasse di un delitto oppure se la vittima - uno sconosciuto senza nome - si fosse tolta deliberatamente la vita. Il questore chiede pertanto al commissario un breve e formale supplemento d'indagine, in modo tale da poter mettere la parola fine all'inchiesta e procedere alla tumulazione.
Il nostro Soneri, però, non è uomo da lasciarsi intimidire. Attingendo alle ferie arretrate si prende la responsabilità di riaprire il caso, alla ricerca del nome di quel cadavere che da lungo tempo langue in una cella frigorifera. Le sue ricerche lo condurranno ad addentrarsi nelle nebbie padane, non disdegnando qualche pernottamento in una casa galleggiante, alla ricerca di una verità che si annida all'interno di quella piccola e misteriosa comunità fluviale, in cui l'omertà sembra avere un peso non indifferente.
L'ambientazione padana è fantastica! Varesi riesce a ricreare, all'interno del romanzo, quell'atmosfera che si percepisce nelle giornate di pioggia e di nebbia lungo un fiume che diventa coprotagonista a pieno titolo della vicenda. Il ritmo narrativo, in particolare, sembra seguire lo scorrere delle acque del Po, assecondando il loro incedere tranquillo ma che può tramutarsi di punto in bianco in foga inarrestabile.
I luoghi ed i personaggi sono realistici e credibili. La figura del commissario si staglia sopra le altre per la sua innata sensibilità, per il suo carattere riflessivo e per la sua capacità di scavare nella vita delle altre persone, mettendosi sempre in discussione.
La scrittura è lieve, perfettamente adeguata ad accompagnare un clima psicologico dai riflessi meditabondi ed introspettivi.
Ed alla fine non rimane che fare una dovuta constatazione: Varesi ha capito perfettamente che il giallo/noir, con le sue varianti ed i suoi adattamenti, può essere uno dei migliori strumenti per rappresentare le problematiche della società di oggi.
I luoghi ed i personaggi sono realistici e credibili. La figura del commissario si staglia sopra le altre per la sua innata sensibilità, per il suo carattere riflessivo e per la sua capacità di scavare nella vita delle altre persone, mettendosi sempre in discussione.
La scrittura è lieve, perfettamente adeguata ad accompagnare un clima psicologico dai riflessi meditabondi ed introspettivi.
Ed alla fine non rimane che fare una dovuta constatazione: Varesi ha capito perfettamente che il giallo/noir, con le sue varianti ed i suoi adattamenti, può essere uno dei migliori strumenti per rappresentare le problematiche della società di oggi.
Consigliato a: coloro che amano i gialli/noir realistici, introspettivi e con una forte componente sociale, ed a chiunque voglia farsi avvolgere dalle straordinarie atmosfere di un autunno padano descritto in maniera realistica ed incisiva.
Voto: 7,5/10
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