lunedì 11 febbraio 2019

La camera azzurra, Georges Simenon




Sull’amor fou, sulla passione impetuosa ed inarrestabile che sconvolge la tranquilla esistenza di due amanti clandestini e delle loro famiglie, sono stati scritti decine di romanzi. Questo libro di Simenon si inserisce a pieno titolo nel solco della tradizione, attraverso una narrazione che si differenzia dalla struttura classica del giallo per il fatto di non tener nascosto fino alla fine il nome dell'assassino bensì quello della vittima.
“Se io mi ritrovassi libera... faresti in modo di renderti libero anche tu?”
Siamo in un piccolo paesino della provincia francese. Tony, il protagonista è felicemente (almeno in apparenza) sposato con Gisèle e padre della piccola Marianne. La sua vita, improntata sul lavoro e su un immutabile tran tran quotidiano, viene improvvisamente travolta dall’infuocata passione per Andrée, un’ex compagna di scuola. La donna è però coniugata con il ricco ma malato Nicolas Despierre. Il decesso di quest'ultimo, avvenuto in circostanze piuttosto strane, segnerà l’inizio di una lenta discesa all’inferno per Tony, che si troverà imbrigliato in una situazione senza via di uscita.

Attraverso la storia affascinante di due amanti che si trovano prigionieri del medesimo destino, Simenon racconta la storia di una passione insaziabile e devastante. 
Con il solito stile asciutto, veloce ed inesorabile, l’autore riesce a trarre il massimo da una trama per niente indimenticabile ma che – grazie ai magnifici flashback, all’attenzione per la psicologia dei personaggi e ad una narrazione fluida – coinvolge senza cadute di ritmo o di stile fino all’inaspettato finale. 
Nonostante il romanzo sia narrato in “terza persona”, il lettore percepisce gli avvenimenti secondo il punto di vista di Tony - che racconta la sua storia nel corso di lunghi interrogatori rilasciati agli inquirenti - tanto da essere spinto all’immedesimazione con il protagonista.
La camera azzurra è un romanzo da leggere, su questo non ci sono dubbi. Sebbene non costituisca la miglior opera del genio belga (personalmente preferisco libri dalla trama più strutturata, come L’orologiaio di Everton, Il piccolo libraio di Archangelsk o L’uomo che guardava passare i treni), riesce comunque nell’intento di raccontare la profonda solitudine dell'essere umano, che viene prima o poi a ritrovarsi isolato all’interno della società in cui vive.


Consigliato a: chi ama i romanzi incentrati sulla passione famelica e devastante ed a chiunque voglia misurarsi con la bravura di un autore straordinario.


Voto: 7,5/10




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