martedì 19 febbraio 2019

Il teatro di Sabbath. Philip Roth





Nonostante si tratti di un romanzo estremamente difficile da raccontare a chi non l’ha letto, Il teatro di Sabbath rappresenta una delle migliori prove letterarie di Philip Roth: un’opera potente, spiazzante e travolgente, capace come poche altre di riassumere la visione del mondo dell’autore recentemente scomparso.
Eros e thanatos – ovvero le due colonne portanti della produzione dell’autore – si miscelano, si attraggono e si respingono nel corso della narrazione, fino a regalarci un libro di una forza inaudita e spregiudicata.    

Il protagonista Morris Sabbath, detto Mickey, è un anziano burattinaio con le mani distrutte dall'artrite che vive nel villaggio immaginario di Madamaska Falls. È, prima di ogni altra cosa, un essere immorale, adulatore e provocatore.
La morte dell’amante Drenka - l'unica donna che sia riuscita a saziare i suoi smodati ed originali appetiti sessuali - lo fa piombare nella disperazione più nera. Inizia così il suo racconto, in precario equilibrio tra un passato rivestito di ombre impenetrabili ed un presente estremamente visionario.
Gli eventi pregressi scorrono davanti agli occhi dell’incredulo lettore alla stregua di un'onirica e surreale rappresentazione teatrale. Mickey, infatti, è stato un burattinaio provocatore nella New York degli anni cinquanta; un mozzo in cerca di amore mercenario in Sud America; lo sposo di Nikki, una giovane e talentuosa attrice svanita improvvisamente nel nulla (per colpa di Sabbath?); il marito di Roseanne, un’insegnante alcolizzata; il fratello di Morty, caduto nel Pacifico durante il secondo conflitto mondiale.

Romanzo urticante e disturbante, che tratta il tema dell'infelicità propria del vivere, Il teatro di Sabbath si sviluppa attraverso due distinti piani narrativi. Se nel primo seguiamo in presa diretta gli accadimenti successivi al decesso di Drenka; nel secondo, retrospettivamente, assistiamo alla ricostruzione delle memorie - non sempre attendibili – dell’esagerato Mickey.
Questo romanzo presenta una capacità di introspezione più unica che rara, che stupisce sin dalle prime battute. Dopo aver voltato l’ultima pagina, ci rendiamo conto di aver affrontato un libro che racconta l’odissea – talvolta comica ma spesso dolorosa – di un personaggio che viene a trovarsi in una situazione di sfacelo emotivo, in cui l’odio, le perversioni e la disobbedienza diventano quasi dei passaggi obbligati nel declino psico-fisico che conduce alla morte.


Consigliato a: coloro che vogliono gustarsi l’ennesimo libro memorabile di un autore unico, capace come pochi altri di sondare le profondità dell’animo umano, ed a chiunque sappia apprezzare le storie che mostrano un’eccellente attenzione per la psicologia dei personaggi.


Voto: 8/10



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