lunedì 23 settembre 2019

Nero a Milano, Romano De Marco


Dopo Io la troverò e Città di polvere, ritroviamo l'ex poliziotto Marco Tanzi - ora diventato investigatore privato - ed il commissario Luca Betti: due personaggi che a poco a poco stanno diventando dei veri e propri punti di riferimento per gli amanti del noir nostrano.
Betti, questa volta, deve indagare su una drammatica vicenda: quella di due cadaveri carbonizzati rinvenuti in una villetta abbandonata della periferia milanese, un delitto in apparenza privo di movente.
Tanzi deve invece rintracciare un ragazzo problematico, figlio di una coppia dell'alta borghesia, che se n'è andato di casa per andare a vivere tra i senzatetto.
Ben presto le strade dei due amici ed ex colleghi torneranno ad incrociarsi, ponendoli di fronte a scelte che potrebbero segnare per sempre la loro esistenza.

Con una trama ben congegnata e ricca di colpi di scena, che ruota attorno a personaggi ottimamente caratterizzati, Romano De Marco apre di fatto una nuova via italiana all'hard boiled: un genere non molto frequentato nella letteratura di casa nostra. Il primo riferimento che mi viene in mente è quello all'autore statunitense Robert Crais che ha in comune con De Marco la scelta del "doppio protagonista" (là Cole e Pike, qui Tanzi e Betti) unita ad un'indubbia capacità di costruire plot complessi e avvincenti. 
L'accurata costruzione delle indagini, in questo libro in particolare, si coniuga con un'attenta analisi sociologica: i temi dei senzatetto, dell'abuso sui minori e del denaro sporco vengono sviscerati di pari passo all'incedere della storia, facendo riflettere sulle distorsioni della nostra epoca.

La capacità di intrecciare tre indagini che si svolgono contemporaneamente è il segnale di un talento superiore alla media. Con una narrazione dura, che lascia largo spazio alle emozioni dei protagonisti, lo scrittore abruzzese riesce a raccontare - attraverso una vicenda di tragiche miserie - il bene ed il male, l'eroismo e le nefandezze che si svolgono quotidianamente sotto i nostri occhi. E tutto ciò - avendo a che fare con un romanzo che dovrebbe essere d'evasione - è un merito indiscutibile.
Non posso concludere il mio commento senza aver fatto cenno all'ambientazione: una Milano reale, che possiamo annusare e quasi toccare con mano nella sua encomiabile descrizione, in cui palazzi in stile liberty e fabbricati post crescita economica si contendono il loro spazio di territorio; una città moderna che diventa il teatro ideale per una vicenda sferzante, lancinante, che non molla la presa per un nanosecondo sull'animo del lettore.


Consigliato a: coloro che amano i noir ben congegnati, imperniati su personaggi di spessore, e capaci di lanciare uno sguardo attento ai problemi della società contemporanea.


Voto: 7,5/10




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