Dopo aver rotto il ghiaccio con Il detective Kindaichi, uscito in Italia lo scorso anno, Sellerio ci regala la seconda avventura dell'eccentrico investigatore privato che in Patria è considerato un vero e proprio mito. Mentre il caso precedente era il classico delitto della camera chiusa - ovvero un'indagine su un evento apparentemente inspiegabile, perché avvenuto in una stanza chiusa dall'esterno - questa volta il buon Kōsuke si troverà ad indagare su quello che, nel gergo della letteratura gialla, è denominato "omicidio senza volto".
Partiamo, come sempre, dalla trama.
Un ufficiale di polizia, attraversando in bicicletta la periferia di Tokyo, scorge un monaco intento a scavare nel cortile di un tempio. Osservandolo di nascosto, vede emergere dalla terra il cadavere di una donna dal volto sfigurato. Le analisi successive riveleranno che la sconosciuta è stata uccisa da una letale ferita alla testa. Nella fossa, però, viene rinvenuta anche la carcassa di un gatto nero.
I vecchi gestori della locanda - che si sono resi nel frattempo irreperibili - sono i principali sospettati. Il prosieguo delle indagini spingerà l'attenzione della polizia su altri due personaggi: una ballerina e un imprenditore, legati sentimentalmente ai proprietari. Solo l'intervento del geniale Kindaichi Kōsuke, però, riuscirà a dare una svolta decisiva.
Probabilmente, il limite di questo romanzo è la sua brevità (poco più di un centinaio di pagine): di conseguenza al lettore è lasciato troppo poco tempo per entrare in competizione con l'autore, come accade in ogni Mystery che si rispetti.
La struttura è molto simile a quella del precedente romanzo: abbiamo una prima parte in cui cominciano le indagini e la polizia brancola nel buio, formulando ipotesi che si riveleranno del tutto errate; segue poi una seconda parte in cui interviene il buon Kindaichi che, con il suo tono apparentemente dimesso, diventa protagonista assoluto con il suo genio intuitivo e la sua invidiabile capacità di ragionamento.
La costruzione è senza dubbio interessante; tuttavia risulta un po' troppo macchinoso il procedimento di spiegazione del delitto.
L'ambientazione Giapponese postbellica funziona decisamente di più della trama gialla (che si ispira ai grandi classici del genere... senza però riuscire ad eguagliarli in arguzia e capacità di coinvolgimento).
Sellerio ha annunciato la prosecuzione della serie: vedremo se i prossimi romanzi ci condurranno ad un'evoluzione del personaggio e - questa è la speranza - ad una maggiore articolazione dei plot (che, per il momento, sembrano quasi appartenere alla serie "vorrei essere John Dickson Carr ma non ci riesco").
Consigliato a: coloro che amano il giallo classico e a tutti colore che apprezzano le ambientazioni tipicamente orientali.
Voto: 6/10
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