Quando sei il miglior autore di thriller/noir di Francia e hai alle
spalle capolavori come “Lavoro a mano armata”, “Alex” o “L’abito da
sposo” – e di conseguenza potresti vivere di rendita sfornando anno dopo anno
libri simili a quelli già pubblicati – chi te lo fa fare di cambiare
completamente genere? Cosa ti spinge a gettarti senza paracadute in una nuova
esperienza letteraria, tanto diversa da quella che ti aveva dato visibilità e
successo?
Qualcuno, qualche anno fa, aveva storto il naso quando lo scrittore
parigino aveva accantonato la letteratura poliziesca per esordire nel romanzo
storico con “Ci rivediamo lassù”. Eppure, la scommessa non solo fu vinta… ma
addirittura stravinta visto che il libro, incentrato sulle vicende di due
reduci della Grande Guerra, conquistò il più ambito premio letterario francese,
il Goncourt (in pratica l’equivalente dello Strega italiano), tra plauso
della critica e crescente successo di pubblico. Conscio del risultato ottenuto,
Lemaitre proseguì dando alle stampe altri due romanzi – “I colori dell’incendio”
e “Lo specchio delle nostre miserie” – che assieme al premiato capostipite costituiscono
la cosiddetta Trilogia della guerra.
Se qualcuno si aspettava che il nostro, dopo questa escursione nelle
vicende belliche/sociali francesi, facesse marcia indietro per tornare alla crime
fiction che l’aveva lanciato nell’olimpo dei grandi scrittori… direi che ha
sbagliato completamente prospettiva.
Pierre Lemaitre ha infatti cominciato una nuova tetralogia, in cui ha deciso
di raccontare le vicende della nuova società francese. Finora sono usciti i
primi due volumi: “Il gran mondo” e “Il silenzio e la collera”
Il gran mondo:
Siamo a Beirut, nel 1948. Louis Pelletier e la moglie, emigrati da parecchi
anni in Libano, hanno avuto quattro figli: il molliccio e senza ambizione Jean, l’intraprendente François, l’idealista Étienne e la ribelle e fragile Hélène.
Negli anni Venti, Louis ha acquistato un saponificio e l’ha fatto crescere, trasformandolo
in un’azienda di successo. Uno dopo l’altro,
i figli partiranno per la Francia, cercando la loro strada nel mondo, lasciando
i genitori soli a Beirut. I quattro giovani si troveranno ben presto in
difficoltà in questo affascinante ma pericoloso Gran Mondo, in cui dovranno
scontare le conseguenze delle loro azioni, mentre il passato – una terra
straniera e sconosciuta – si ripresenterà nelle loro esistenze, col suo pesante
fardello di inconfessabili segreti.
Il silenzio e la collera:
La vicenda dei Pelletier riparte dalla Parigi, 1952. Dopo essersi
trasferiti da Beirut, i fratelli sono impegnati nelle sfide imposte
loro dalla nuova vita che hanno abbracciato. Hélène, la più giovane, giungerà in un minuscolo villaggio della
provincia francese, per un reportage giornalistico sul paesino che sta per
essere sommerso dall'acqua per far spazio a una immensa diga. Il fratello François, cronista nel medesimo giornale, dovrà scoprire
chi è veramente Nine, la donna di cui si è innamorato; mentre l’inetto e instabile
Jean, succube della perfida moglie, si troverà a fare i conti con le sue
pulsioni malvage.
Che dire? Lemaitre può essere considerato il vero e proprio artefice della
resurrezione del grande romanzo sociale, con il destino dei singoli personaggi profondamente
connesso alle trasformazioni della "nuova" società francese.
Le due opere rappresentano una straordinaria saga familiare ma, allo stesso
tempo, sono romanzi d'avventura dal ritmo inarrestabile. Lemaitre è
stato in grado di miscelare suggestioni eterogenee, spaziando da storie
d'amore, a omicidi seriali, dagli scandali politici alle malefatte dell'impero
coloniale.
La sua capacità di narrare situazioni originali partendo da eventi
storici reali è davvero unica; la fantasia inesauribile dello scrittore è in grado
di partorire trame variegate e complesse, inquadrate in un preciso contesto
storico, senza mai perdere il filo: nonostante si tratti di due tomoni di 600
pagine, Lemaitre tiene salda l’ancora della narrazione e anche al lettore più
disincantato pare chiaro che, nel flusso inarrestabile, ogni riga non è mai di troppo.
Mai come in questi romanzi è stata affrontata la complessità dell’essere
umano. I protagonisti paiono zattere in balia della corrente della storia,
ognuno segnato dal proprio ineluttabile destino, con la propria vicenda
personale ma anche con zone d’ombra impenetrabili e spesso disorientanti.
Ed ora? Non ci resta che attendere il terzo volume della tetralogia.
Non vediamo l’ora di sapere cosa riserverà il futuro ai membri della famiglia
Pelletier.
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