sabato 17 luglio 2021

Una rabbia semplice, Davide Longo

 


Devo dire che le aspettative, quando ho iniziato questo libro, erano molto alte. La recensione entusiastica di Baricco, che riassumeva la scrittura di Longo in un cocktail composto da "due parti di Fenoglio, due di Simenon, una di Paolo Conte e cinque di Longo" era un biglietto da visita troppo ghiotto per non tuffarsi anima e corpo nella lettura.
Purtroppo, però, le attese sono andate quasi del tutto deluse...

Il Commissario Arcadipane ha superato i cinquant'anni, ha alle spalle un matrimonio fallito e si trascina stancamente nella sua quotidianità, divenuta ormai indolente e ripetitiva. Il caso di una donna di servizio selvaggiamente picchiata nei pressi della metropolitana torinese, con il colpevole acciuffato nel giro di poche ore, fa però rinascere in lui l'istinto del detective che pareva ormai perduto per strada: la soluzione troppo elementare di quel caso non lo convince per niente. 
Con l’aiuto del suo vecchio capo Corso Bramard e dell’agente Isa Mancini si troverà a indagare su un "gioco" folle e micidiale, che trae linfa vitale dal mondo nascosto della Rete.

Che dire? Anche se le premesse erano buone, mai come in questo caso mi pare giusto dire che la montagna ha partorito il topolino. 
La trama è scombinata e poco credibile; i personaggi sono poco coerenti, macchiettistici e al limite dell'inverosimile. 
Alla fine, il tutto risulta pesante più di un fardello e fastidiosamente ripetitivo, con un finale che più che alla letteratura poliziesca fa pensare a un fantasy azzardato e mal congegnato. 
Ovviamente, dopo aver terminato, non mi sento per niente invogliato a leggere gli altri due libri della serie.
Superfluo aggiungere che Simenon e Fenoglio, a questo punto, c'entrano come i cavoli a merenda. Non so quanto abbia inciso il fatto che Longo sia un docente della scuola Holden e lungi da me attribuire al buon Baricco intenzioni di fare una "marchetta editoriale" (in tal caso, non sarebbe né il primo né l'ultimo)... però i dubbi sulla corsia preferenziale che viene assegnata per diritto divino ad alcune opere letterarie rimangono vividi ed inestinguibili. 


Consigliato a: coloro che amano i polizieschi metropolitani, incentrati su personaggi piuttosto sopra le righe e che non si fanno troppi problemi per la verosimiglianza della vicenda.  


Voto: 4/10


Gio      

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