martedì 30 maggio 2023

Dorothy L. Sayers... L'anti-Christie

Questa volta vi parlerò di una scrittrice di gialli, un’autrice che è giusto annoverare tra le migliori di sempre nell’ambito del poliziesco classico: Dorothy L. Sayers.
Grazie all’acume dell'editore Polillo, che sta pian piano ripubblicando i suoi testi, ho recentemente recuperato due dei suoi romanzi più celebri: Il segreto delle campane e Lord Peter e l’altro. Due opere che, pur essendo indubbiamente ascrivibili al genere crime-fiction, sono state inserite dall’insigne critico Peter Boxall nel volume 1001 libri da leggere prima di morire (e scusate se è poco!)
Cosa se ne deduce? Che la vecchia Dorothy fu, probabilmente, uno dei primi autori di genere a fuoruscire dagli angusti e talvolta limitativi territori del mystery per approdare a un impianto narrativo più evoluto e maturo, che numerosi esperti hanno considerato come letteratura tout-court.


La Sayers è celebre soprattutto per i suoi romanzi, ambientati tra i due conflitti mondiali, imperniati sul personaggio di Lord Peter Wimsey: un curioso aristocratico e detective dilettante, che ricorda vagamente il Bertie Wooster di P.G. Wodehouse. .
Dopo l’esordio, avvenuto nel 1923 con Il cadavere sconosciuto, la scrittrice pubblicò altri undici romanzi e cinque raccolte di racconti, tutti con lo stesso affascinante protagonista. Giunta all’apice della fama, nel 1938 abbandonò l’attività di giallista, senza terminare il suo ultimo romanzo.
Ed ora è il momento di parlarvi dei due romanzi che ho letto:

Il segreto delle campane:
A causa di un guasto alla propria autovettura, Lord Wimsey si trova inaspettatamente a transitare nella pianura paludosa dei Fens, a Fenchurch St. Paul: un paesino sferzato dal vento e celebre per la sua antica chiesa, dove si svolgono straordinari concerti di campane. Nel piccolo cimitero dirimpetto alla chiesa viene rinvenuto, all’interno di una tomba appartenente a un altro defunto, il corpo di un uomo dal volto sfigurato. Nessuno è in grado di stabilire l’identità della vittima né di spiegare come mai quel cadavere sia finito in quel posto. A questo punto, al rettore non resterà altra soluzione che chiedere aiuto a Lord Wimsey.



Lord Peter e l’altro:
La Pym’s Publicity, nota agenzia operante in campo pubblicitario, assume un nuovo dipendente di nome Death Bredon. Il suo predecessore, tale Victor Dean, è deceduto cadendo dalle scale a chiocciola degli uffici londinesi. Bredon, però, non si limita a ideare geniali campagne pubblicitarie: osserva con occhio attento i colleghi che lo circondano e come si muovono nell’ambiente circostante. Sotto il nom de plume di Bredon si nasconde, infatti il nostro Lord Wimsey. Ha avuto l’incarico dal titolare dell’agenzia di indagare sul decesso del dipendente, avvenuto in circostanze oltre modo sospette.


Dorothy L. Sayers fu un’autrice sofisticata, dotata di grande cultura e pervasa da una maggiore vena intellettualistica rispetto alla coeva e “avversaria” (si fa per dire!) Agatha Christie. La sua narrazione era un vero e proprio elogio della lentezza; procedeva seguendo plot solidi e ben strutturati, sviluppando la detective story come avviene nello spirito tradizionale britannico.
Se si deve trovare un filo conduttore all’interno delle due opere citate, lo individuiamo nel concetto di verità e delle modalità in cui la stessa può essere nascosta e manipolata. Una verità che rimane lì appesa, abilmente dissimulata, ma che grazie alle qualità investigative di Lord Peter finirà per riapparire spogliata da tutti i veli che la occultavano agli occhi del lettore.   
Questi romanzi si differenziano dagli altri dell’epoca d’oro del mystery per una serie di evidenti caratteristiche. Innanzi tutto, riscontriamo la mancanza di “azione pura”: non aspettatevi battaglie o inseguimenti mozzafiato, la suspense nasce piuttosto dal confronto verbale tra i vari attori della trama. Tratti caratteristici delle opere della Sayers sono, inoltre, l’abbondanza di dialoghi, la capacità di caratterizzare i propri personaggi (specialmente quelli secondari) e la scelta di lasciare parecchio spazio alle riflessioni personali (anche se, talvolta, questa impostazione non pare congeniale al mood di una crime-fiction).
Al di là di tutto, i romanzi di Dorothy L. Sayers sono ancora oggi leggibilissimi e attuali, capaci di donare la giusti dose di brividi ai lettori più scafati. Dimostrano, a quasi un secolo di distanza, un riuscito tentativo di fondere il romanzo poliziesco con il romanzo puro: cosa sicuramente degna di merito e attenzione.

2 commenti:

  1. Molto interessante. Grazie per avermi fatto conoscere questa scrittrice. Sono incuriosita

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