Non lasciare la mia mano, Michel Bussi
È il 29 maggio 2013, venerdì santo.
Siamo sull’isola di Réunion: un paradiso esotico in mezzo all’Oceano Indiano,
in cui il mare ed il cielo sono di un blu splendente.
Liane Bellion, in vacanza assieme al marito Martial e alla
figlioletta Sofa, scompare misteriosamente dalla stanza d’albergo in cui si era
rifugiata per sfuggire al sole cocente. Le tracce di sangue su mura e lenzuola
fanno ipotizzare un fatto violento. Tutte le testimonianze puntano il dito
contro il coniuge, l’ultimo ad essere entrato nella camera.
Una brutta gatta da pelare per la Gendarmeria locale, rappresentata dall’ambiziosa
e risoluta Aja Purvi e dal suo braccio destro, il sottotenente Christos Kostantinov,
detto “Il Profeta”.
La fuga di Martial, che porterà con sé la piccola Sofa, scompaginerà ancora di
più le carte in tavola, dando il via ad una caccia all’uomo senza precedenti.
Questo l’incipit, tranciante come una pallottola, di “Non lasciare la mia
mano”.
In realtà, però… niente è come sembra.
Dopo la Normandia di “Ninfee nere” e la Corsica di “Tempo
assassino”, Bussi scegli una location del tutto diversa in cui ambientare le
sue trame gialle… e, come al solito, vince la scommessa.
Un giallista che si rispetti dev’essere, prima di tutto, un ottimo
illusionista: deve saper spostare l’attenzione degli spettatori sulla sua mano
destra per poi agire indisturbato con la sinistra.
Così, seminando qua e là false piste, Bussi riesce a costruire un perfetto
meccanismo narrativo, suggestivo e coinvolgente, in grado di disorientare anche
il lettore più smaliziato; la suspense, che cresce pagina dopo pagina, è
veramente efficace e degna dei grandi scrittori.
Da ottimo manipolatore e conoscendo alla
perfezione gli stilemi del genere, l’autore si prende costantemente gioco
dell’inerme lettore, che ben presto arriva a pendere letteralmente dalle sue
labbra: i capitoli, per fare un esempio, si concludono spesso in una situazione
critica, che lascia con il fiato sospeso per le sorti dei personaggi coinvolti.
La scrittura essenziale, fluida ed accattivante, e l'ambientazione esotica
impreziosiscono ulteriormente la trama, donandoci un ottimo romanzo: per
qualcuno, magari, risulterà solo l’ennesimo prodotto di intrattenimento… ma è
innegabile, al di là di ogni altra considerazione, che si tratti di un libro che
si legge con estremo piacere.
Consigliato a: tutti coloro che amano i gialli intelligenti,
pieni di suspense ed adrenalina, capaci di prendere il lettore per mano e di
non mollarlo fino all'ultima pagina.
Voto: 7,5/10
Gio
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