giovedì 27 luglio 2017

L'angolo di Gio: Happy birthday, turco!, Jakob Arjouni



Happy birthday, turco!, Jakob Arjouni

Trent'anni prima di Rocco Schiavone c'era Kemal Kayankaya: un detective privato di origine turca con passaporto tedesco, simpatico e un po' sbruffone.
Con il primo romanzo della serie a lui dedicata, intitolato “Happy birthday, turco!” (1985), lo scrittore Jakob Arjouni creava di fatto un nuovo sottogenere nel variegato panorama del giallo contemporaneo: il cosiddetto etno-thriller.
Gli investigatori della letteratura gialla hanno due numi tutelari: da un lato abbiamo gli eredi di Marlowe, dall'altro quelli di Maigret. Il detective Kemal, però, è difficilmente ascrivibile in una delle due categorie, in quanto presenta elementi comuni ad entrambe le dinastie di investigatori. Se in apparenza sono molti i punti in comune con l'hard-boiled americano, le sue capacità di analisi e d’intuizione lo accomunano ai successori del celebre commissario di Simenon.

Il nostro amico Kemal – guardato con sprezzo dagli indigeni tedeschi – è un tipo tosto, che non si perde d'animo nonostante gli insulti ed i cazzotti che incamera senza batter ciglio. Possiede un'invidiabile fiuto e si dedica  anima e corpo alle indagini, aggirando le difficoltà e riuscendo sempre a smascherare il colpevole.
In questo primo romanzo riceve da una donna turca l'incarico di scoprire l'assassino del marito, accoltellato a tradimento. Con la sua irruenza, porterà alla luce un esteso fenomeno di corruzione e malaffare da cui non risultano immuni neanche le forze di polizia.

Si può dire che i gialli di Arjouni abbiano una forte valenza sociale. La trama “wudunit” non è altro che uno strumento attraverso cui lo scrittore spinge il lettore a riflettere su problemi e contraddizioni dell’epoca contemporanea.
La prosa è fresca ed avvincente; le descrizioni delle metropoli tedesche – tra bar malfamati e locali equivoci – hanno echi del miglior Bukowski. Il vero punto di forza, però, è rappresentato dal personaggio: Kemal è un detective testardo, spaccone e talmente imperfetto nel suo modo d'essere da risultare simpatico a chiunque.

Consigliato a: tutti gli amanti del noir metropolitano, ai fanatici delle detective stories avvincenti e a coloro che apprezzano i personaggi “contro”: quegli investigatori sopra le righe portatori di un'idea di giustizia che, talvolta, non coincide con la legge.

Voto: 8/10

martedì 25 luglio 2017

L'angolo di Gio: Le fantastiche avventure di Kavalier e Clay, Michael Chabon


Le fantastiche avventure di Kavalier e Clay, Michael Chabon

Insignito del prestigioso Premio Pulitzer nel 2001, questo romanzo ripercorre le esistenze dei cugini Josef Kavalier e Sam Klayman (americanizzato Clay), poliedrico artista cecoslovacco il primo e autore di testi per fumetti e scrittore di libri pulp il secondo. 
Siamo negli anni che precedono la Seconda Guerra Mondiale quando i due ragazzi - entrambi di origine ebrea - uniscono il loro innegabile talento creando il fumetto dell'Escapista: un personaggio dotato di straordinarie capacità che lotta contro gli odiati nazisti che in quegli anni stanno mettendo a ferro e fuoco il continente europeo. L'opera, che riscuote sin da subito un grande successo, rappresenta in un certo senso la fuga di Josef dalla natia Praga: una partenza precipitosa, quasi rocambolesca, segnata dalle varie vicissitudini attraverso cui il giovane è riuscito a raggiungere il nuovo mondo. 
Siamo in un periodo storico che verrà considerato dagli appassionati come l'età d'oro del fumetto: supereroi e autori diventano delle vere e proprie star a cui, in quegli anni di transizione, spetta l'arduo compito di dettare tempi e modi d'essere della cosiddetta cultura popolare. 
Si tratta indubbiamente di un buon romanzo, sorretto da una scrittura limpida e ricercata, che procede "per accumulo" di situazioni ed eventi. Forse, a tratti, corre il rischio di mettere troppa carne al fuoco, perdendosi in innumerevoli percorsi ed introducendo un po' troppi personaggi. Comunque, a prescindere da ogni giudizio, rappresenta un interessante esperimento: un singolare incrocio tra sfondo storico e cultura pop, vicende sentimentali e conflitti familiari. 
La buona caratterizzazione dei personaggi è sicuramente una nota di merito del romanzo. La narrazione fluviale  – siamo ben oltre le ottocento pagine – scorre abbastanza armoniosamente, lasciando in eredità al lettore emozioni e stati d'animo di un'America lontana nel tempo ed in cerca della propria identità. 

Consigliato: agli amanti della cultura pop, a coloro che apprezzano il fumetto e agli appassionati delle saghe familiari ambientate su uno sfondo storico realistico. 

Voto: 7/10