sabato 15 luglio 2023

Wilkie Collins: uno dei papà del giallo

Oggi vi parlerò di uno degli autori di punta del giallo classico, recensendo brevemente due delle sue opere più importanti. Sto parlando del grande Wilkie Collins (1824-1889), annoverato tra i papà del genere poliziesco, e dei suoi straordinari romanzi La donna in bianco e La pietra di luna.



La donna in bianco:

William Makepeace Thackeray, a proposito di questo romanzo, disse: “uno dei pochi libri da essere letti dall'alba al tramonto". Probabilmente aveva ragione…
Si tratta a tutti gli effetti di un solido “mistery” classico, pieno di colpi di scena, incentrato sullo scambio di persona tra due affascinanti donne: la nobile Laura e la pazza Anne Catherick.
“La donna in bianco” rientra sicuramente nel novero dei cosiddetti “romanzi d'appendice”: i classici feuilleton che venivano pubblicati a puntate sui principali quotidiani e venivano considerati dai puristi della letteratura come una sorta di “sottogenere romanzesco”.
La trama è ben congegnata: un perfetto meccanismo ad orologeria in cui ogni singola tessera trova prima o poi la giusta posizione all’interno del puzzle.
L'eroina Marian è un grande personaggio: forte, tenace, irreprensibile, un’immagine di donna che lascia il segno e per cui non si può smettere di fare il tifo, neppure per un istante. Dall’altra parte della barricata – il lato del “male” – rimane nella memoria il personaggio del Conte Fosco, mellifluo quanto disgustoso stratega del male che è l’architetto principale di tutto l’intrigo.
La storia è raccontata attraverso diversi e variegati punti di vista, in un alternarsi di testimonianze dei vari protagonisti, che a turno illustrano le vicende in cui si articola la trama. Personaggi eroici e perfidi opportunisti si alternano tra le pagine di questa storia, affascinante ed avvincente, da cui è impossibile staccarsi.
Probabilmente – se si vuole trovare un difetto a tutti i costi – la prima parte è un po’ troppo lenta e compassata rispetto alla sezione conclusiva, concitata e adrenalinica, capace di regalare più di un brivido al lettore che ne rimane letteralmente soggiogato.
Ma si tratta di un’imperfezione davvero trascurabile, specialmente se vista nel contesto di un romanzo intenso e ben scritto, capace di regalare un’intera gamma di esperienze: dall’intrigo amoroso all’inquietante mistero, passando attraverso le brume suggestive dell’Inghilterra Vittoriana.




La pietra di luna:

Questo è il classico mistery vittoriano, incentrato sulle vicende della scomparsa di un preziosissimo diamante chiamato la “pietra di luna”.
Il giorno del compleanno, la giovane Rachel riceve in eredità dallo zio la bellissima e rinomata pietra; durante la notte, però, il prezioso dono sparisce improvvisamente. Chi sarà il colpevole del misfatto? La cameriera? Uno degli ospiti? Oppure sarà colpa dei tre indiani che la sera precedente si aggiravano furtivamente nei pressi della villa?
Come in “La donna in bianco”, la vicenda viene raccontata in prima persona dai protagonisti che – di capitolo in capitolo – si cedono l’un l’altro il “testimone” della narrazione. Collins è universalmente considerato uno dei capostipiti della crime story: in questo romanzo riesce a trasfondere, allo stesso tempo, la tensione della suspense e l’efficace descrizione di luoghi, ambienti e stili di vita, facendoci rivivere le un’epoca lontana ma comunque ricca di suggestioni e modi d’essere.
Scrittura classica (che più classica non si può), forse un poco datata, ma che riesce a ancora a catturare l’attenzione del lettore, conducendolo per mano fino all’imprevedibile finale.
Purtroppo l’edizione Newton che mi è capitata tra le mani non è un granché: i refusi e gli errori di battitura sono alquanto numerosi e l’editing è davvero dozzinale.
Comunque, è un libro che merita di essere letto (anche se, personalmente, ho preferito “la donna in bianco”, molto più lineare e più plausibile nello scioglimento dei nodi narrativi).



 
Spero che questi mei commenti vi siano stati utili e, magari, vi spingano a riscoprire un autore di cui purtroppo si parla troppo poco... ma che merita indubbiamente un posto in prima fila nella storia della letteratura poliziesca. 
Grazie per l'attenzione, vi do appuntamento ai prossimi articoli.

Gio 



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