domenica 20 giugno 2021

Il decoro, David Leavitt

 


Siamo all'indomani delle elezioni presidenziali del 2016, in una lussuosa casa del Connecticut. Un gruppo di amici newyorkesi si è riunito per riprendersi da quella che considerano la più grande catastrofe politica della loro vita.
Eva Lindquist, la padrona di casa, propone una sfida: chi di loro sarebbe disposto a chiedere a Siri come assassinare Donald Trump? Tra gli ospiti ci sono editori, scrittori, un arredatore, un coreografo e un finanziatore liberale. Tutte persone di matrice progressista, ma che covano una sensazione di paura crescente nei confronti del nuovo clima politico.

Più che di un romanzo, si tratta di un un divertente pastiche da salotto. Il cast corale, l'ambientazione a Manhattan, le discussioni su letteratura e temi astratti (cosa significa "casa"?) fanno immediatamente pensare ad una sceneggiatura alla Woody Allen.
La reazione dei liberal newyorkesi, che vedono l'elezione di Trump come un affronto personale, viene descritta in maniera ironicamente accattivante. Questi "poveri ricchi", che non riconoscono più il paese in cui vivono, piangono in realtà la morte della loro rilevanza sociale.
L'analisi di Leavitt di questa situazione di stallo liberale non è particolarmente originale e tagliente, ma è sicuramente divertente. Malgrado ciò, una corrente sotterranea di persistente inquietudine scorre tra le pagine del romanzo: l'elezione di colui "che non deve essere nominato" ha scosso le certezze dei protagonisti, che si ritrovano a mettere in discussione i modelli di vita a cui si sono ispirati fino a quel momento.    

David Leavitt è un ottimo scrittore. Oltre a costruire dialoghi brillanti, possiede un innato senso del ritmo attraverso cui riesce a rendere benissimo i modi in cui le persone parlano tra loro, sia in pubblico sia in privato. Si viene così trascinati all'interno di questo romanzo ad osservare l'epicentro del caos che è divampato nell'esistenza di questi personaggi e si finisce con l'ascoltarli mentre cercano di formulare dentro di sé una nuova immagine del mondo che li circonda. 
La satira tagliente, la prosa fluente e l'ottima descrizione dei personaggi sono i punti di forza di quest'opera che riesce a restituire un interessante affresco della "middle class" americana, di cui dipinge splendori e miserie. Non pensate però che si tratti di un romanzo a sfondo politico: la svolta presidenziale rappresenta più un'escamotage per dare "pepe" alla storia che un elemento strutturale della trama.


Consigliato a: coloro che amano le commedie brillanti, i dialoghi scoppiettanti alla Woody Allen e i personaggi eccentrici ma ben delineati. 


Voto: 7,5/10


Gio 

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